Elizabeth Woolridge Grant, come si chiama all’anagrafe quella che noi conosciamo come Lana del Rey, non ha avuto una vita facile, almeno emotivamente parlando. Sì, il più delle volte, i soldi non fanno la felicità e, anche se sembra solo uno strambo cliché, è la realtà. Nata in una famiglia piuttosto facoltosa, ha frequentato le scuole più costose degli Stati Uniti. Ha iniziato a soffrire, sin dai quattordici anni, di disturbi psicologici, che l’hanno portata a rifugiarsi nell’alcol. Il collegio, a quell’età, fu una scelta d’obbligo, per aiutarla a guarire dal tunnel dell’alcolismo.
Ero una gran bevitrice un tempo. […] Mi sono detta: “Sono fottuta, sono completamente fottuta”. Così all’inizio è bello e pensi di avere un lato oscuro – è eccitante – e poi ti rendi conto che il lato oscuro vince ogni volta che decidi di indulgere in esso. È anche un modo completamente diverso di vivere quando lo capisci… una specie diversa di persona.
E’ laureata in metafisica, all’università di filosofia, sempre in cerca di risposte, che il più delle volte non arrivano mai. Di religione cattolica, cosa che l’ha condotta, per la prima volta, ad approcciarsi ed avvicinarsi al mondo della musica. Le prime esperienze come cantante, risalgono proprio al periodo in cui cantava nel coro della chiesa. Lo zio le ha insegnato sei accordi per suonare la chitarra. Da lì, con la musica, fu amore a prima vista, tanto che quella passione la condusse a New York, per cercare di tirare fuori delle canzoni da ciò che aveva imparato.
Volevo far parte di una scena di musicisti d’alta classe. Era una mezza ispirazione perché non avevo molti amici e speravo che avrei incontrato gente, che mi sarei innamorata e che avrei fondato una comunità intorno a me, così come si usava fare negli anni sessanta. […] Ho capito che probabilmente avrei potuto scrivere un milione di canzoni con quei sei accordi, così mi sono trasferita a New York e mi sono presa un paio d’anni per scrivere tutto ciò che volevo.
Lana del Rey è intelligente, una lolita piena di cervello e razionalità, una bambola pensante, che ama scrivere le sue cose, le sue emozioni. Proprio per questo, non potendo più trattenere il flusso dei pensieri che le brucia dentro, ha deciso di fare qualcosa di inaspettatamente bello. Un libro di poesie, una raccolta personale di pensieri in versi, per regalare alla scrittura le sue paure e i suoi tormenti. Alcuni stralci di questi componimenti, sono protagonisti delle captions delle sue foto su Instagram, in cui comunica ai suoi fans le sue poesie.
It’s times like this as the marine layer lifts
off the sea on the dock with the candle lit
that I think to myself
there are things you still don’t know about me
like sometimes I’m afraid my sadness is too big
and that one day you might have to help me handle it.(È in momenti come questo che lo strato marino si solleva dal mare sul molo con la candela accesa che penso a me stesso ci sono cose che ancora non sai di me come a volte temo che la mia tristezza sia troppo grande e che un giorno potresti dover aiutarmi a gestirlo.)
Parla di sofferenza, Lana del Rey, di quella tristezza connaturata, della depressione. Come anticipato, la sua adolescenza non è stata solo prigioniera della dipendenza, ma anche di attacchi di panico e ansia. E’ un grandissimo punto di partenza, questo, in un mondo (quello di Instagram e dei social network) perfetto, fatto solo di cose belle e di apparenza. E invece lei si fa donna, umana più che mai, nella sua malinconia, nella sua vita comune. E, promette, che quando uscirà in libreria il suo libro costerà solo 1$, perché i suoi pensieri “non hanno prezzo”.