Nell’ambito delle ricerche per la cura del diabete, un grande passo avanti si ha con la scoperta dell’insulina intelligente. Ecco in che modo aiuta a prevenire gli sbalzi glicemici.
Scoperta l’insulina intelligente, una svolta per gli sbalzi ipoglicemici
Il diabete è una malattia che affligge moltissime persone del mondo e, proprio per questo motivo la ricerca prova a fare sempre dei passi avanti per migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Una scoperta molto importante viene da un gruppo di ricercatori dell’Università di Los Angeles che ha pubblicato i risultati sulla rivista scientifica PNAS.
Si tratta di un’insulina intelligente, che per questa sua caratteristica i ricercatori hanno ribattezzato I-nsulina, ed è in grado di combattere l’ipoglicemia, uno dei nemici di chi si soffre di diabete.
L’I-nsulina altro non è che una versione modificata dell’ormone, che è in grado di misurare in modo esatto la quantità di zucchero che i tessuti assorbono. In questo modo riesce ad abbassare il livello della glicemia fino alla soglia dei valori normali.
Diabete: questa potrebbe essere la svolta per molti pazienti
Fatte queste premesse, sicuramente ci si chiede per quali pazienti potrebbe essere davvero utile l’I-nsulia.
Questo tipo di insulina intelligente, infatti, non sarebbe solamente in grado di aiutare chi soffre di diabete di tipo 1, ovvero gli insulina-dipendenti. Secondo quanto riportato negli esiti della ricerca, anche una fetta (circa il 20%) dei diabetici di tipo 2 potrebbe usufruirne.
A differenza della normale insulina, infatti, la versione intelligente previene l’ipoglicemia. In che modo? Da tempo è risaputo che il problema principale della classica insulina è che, se la quantità iniettata non è perfetta per l’organismo, allora la concentrazione di zucchero nel sangue (ovvero la glicemia) arriva a subire un rapido abbassamento e il paziente può andare incontro all’ipoglicemia.
Con l’I-nsulina, invece, si aggira questo problema in questo modo: affiancando un inibitore del “trasportatore di zucchero”, in modo che, quando la glicemia scende troppo, la i-insulina va a bloccare parzialmente questo trasportatore.
In questo modo blocca il momento in cui lo zucchero viene assorbito dentro le cellule, lasciandolo nel sangue e prevenendo l’ipoglicemia.
Dove potrebbe condurre l’esito della ricerca
Sugli esiti futuri il team è molto positivo e speranzoso e proprio Zhen Gu, capogruppo della ricerca che può migliorare la cura del diabete ha affermato:
La nostra nuova insulina lavora come una chiave intelligente: lascia entrare il glucosio nelle cellule, ma lo fa prevenendo che l’assorbimento sia eccessivo, una volta che la glicemia ha raggiunto i valori ottimali.
Gli esperimenti al momento sono stati condotti solo su campioni animali con diabete di tipo 1. Ma non la ricerca andrà avanti, speranzosi che possa funzionare non solo per prevenire l’ipoglicemia ma anche l’iperglicemia.