Medici militari specialisti in ausiliaria. Per fronteggiare l’emergenza dovuta alla carenza di personale sanitario negli ospedali molisani. Sembra incredibile ma è la realtà dell’Italia nel 2019.
Questa, secondo il commissario alla Sanità, Angelo Giustini, sarebbe l’ultima spiaggia. Prima di procedere alla chiusura dei reparti di ortopedia e traumatologia dei nosocomi di Isernia e Termoli (Campobasso). Uno stop che potrebbe arrivare già fra due giorni, il prossimo mercoledì.
I medici militari dovrebbero essere impiegati per almeno 5 mesi. Si tratta di “un termine necessario – osserva il Commissario – affinché il ‘Decreto Calabria’ possa essere definitivamente approvato. Così nel contempo si espleteranno i concorsi. Tutto ciò consentirà di superare questo agonico stallo nella governance del Servizio sanitario regionale e del diritto all’equità e universalità di accesso dei cittadini”.
Negli ultimi giorni, durante un vertice di Gabinetto al Ministero della Difesa, Giustini e il colonnello Antonello Arabia, hanno indicato le soluzioni urgenti di aiuto per il Molise. Il dicastero ha individuato un elenco di 105 camici bianchi che operano nella sanità militare. E che possono essere selezionati per essere impiegati nella sanità civile.
“L’evidente contrazione di risorse – spiega in una nota Giustini – mette sempre più a rischio il mantenimento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Dunque si profilano per i cittadini molisani ancora i “viaggi della speranza”. È altresì, noto – prosegue – “l’annoso problema del blocco del turn over che di fatto ha bloccato nuove assunzioni di personale sanitario”.
“Una responsabilità politica tutta regionale – insiste il Commissario -. Che dopo 12 anni (dall’avvio del Piano di rientro ndr), la relazione dei conti del 2018 ha messo in mostra: debiti per 22 milioni di euro. L’inappropriata programmazione sanitaria del passato ha creato, come conseguenza, concorsi deserti e carenza oggettiva di specialisti nel Sistema sanitario regionale”.
L’incubo della chiusura di altri reparti, fa sapere il Commissario, “potrebbe diventare presto realtà”. Oggi 3 giugno, intanto, nuova riunione prima al Ministero della Salute e poi a quello della Difesa. “Nella speranza di offrire respiro alla situazione soffocante”. Ma è necessario, conclude il Commissario, “che ognuno faccia la propria parte. Ognuno per le proprie competenze, per scongiurare il rischio di razionamento dell’offerta sanitaria. E dei servizi per il soddisfacimento dei bisogni di salute dei cittadini”.
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