L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy sarà giudicato per la presunta corruzione di un alto magistrato. Lo ha appreso Le Monde. Secondo il celebre quotidiano parigino il processo dovrebbe svolgersi il mese prossimo a Parigi.
È la prima volta che un ex presidente francese viene rinviato a giudizio per corruzione. Secondo l’accusa, Sarkozy avrebbe cercato di ottenere informazioni da un magistrato della corte di Cassazione in cambio di un incarico nel principato di Monaco, che però poi non è arrivato. Anche il magistrato, Gilbert Azibert, e l’avvocato che avrebbe fatto da tramite, Thierry Herzog, sono stati rinviati a giudizio per “violazione del segreto professionale”.
La vicenda risale al 2014: Sarkozy, che allora non era più presidente, avrebbe cercato di ottenere da Azibert delle informazioni sulla restituzione di sue agende, sequestrate nell’ambito dello scandalo Bettencourt. Lo scandalo riguardava presunti finanziamenti alla campagna elettorale di Sarkozy da parte di Liliane Bettencourt, erede dell’Oreal e fra le donne più ricche di Francia.
Gli inquirenti vennero a conoscenza della faccenda grazie a intercettazioni telefoniche dell’ex capo di Stato nel quadro dell’inchiesta su un presunto finanziamento libico per la campagna elettorale di Sarkozy nel 2007. Si scoprì che l’ex presidente e il suo avvocato comunicavano con telefoni cellulari acquistati con false identità. Sarkozy aveva usato quella di Paul Bismuth.
Platini fermato dalla polizia per corruzione
AGGIORNAMENTO 19 GIUGNO – È stato rilasciato Michel Platini, fermato ieri in Francia per essere interrogato in relazione all’inchiesta su presunti atti di corruzione nelle procedure d’assegnazione dei Mondiali del 2022 al Qatar. “Non è più in stato di fermo: è stato alzato un polverone per niente”, ha dichiarato ai media il suo avvocato William Bourdon all’uscita dalla sede dell’Ufficio centrale dell’anticorruzione a Nanterre. Rilasciata poco prima anche Sophie Dion, l’ex consigliera per lo Sport dell’Eliseo anche lei fermata e interrogata sempre ieri nell’ambito della stessa inchiesta.
Michel Platini fermato per corruzione. Succede ormai anche questo nel mondo del calcio planetario. Le forze dell’ordine hanno fermato l’ex campione della Juve ed ex presidente della Uefa. Per lui le accuse sono di corruzione per l’assegnazione dei Mondiali 2022 al Qatar. Platini è attualmente in custodia presso l’anticorruzione della polizia di Nanterre, a Parigi. Michel Platini “non ha assolutamente niente da rimproverarsi e afferma di essere totalmente estraneo ai fatti”.
Lo riferisce un comunicato dei collaboratori dell’ex presidente dell’Uefa. “Non si tratta in alcun modo di un arresto ma viene ascoltato come testimone, in una condizione voluta dagli inquirenti che permette di evitare che le persone ascoltate possano accordarsi fuori dalla procedura”, precisa il comunicato diffuso dai media francesi.
Nel dicembre 2015 arrivò la squalifica di 8 anni a Blatter e Platini per lo scandalo Fifa. Ossia la vicenda dei 2 milioni di franchi svizzeri per prestazioni professionali del 2011 e mai contrattualizzate.
Platini viene interrogato in queste ore presso gli uffici della polizia giudiziaria di Nanterre in relazione all’inchiesta su “presunti atti di corruzione attiva e passiva di dipendenti non pubblici” nelle procedure di assegnazione dei Mondiali del 2022 al Qatar. Sono coinvolti nella vicenda anche Sophie Dion e Claude Gueant, ex consiglieri di Sarkozy quando questi era presidente di Francia. Anche l’ex segretario generale dell’Eliseo sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy viene interrogato a piede libero, nell’ambito dell’inchiesta sui Mondiali del 2022 in Qatar. Lo riferisce il sito francese Mediapart.
La leggenda francese Platini, eletta ai vertici Fifa nel 2007, ha ricoperto la carica di presidente fino al 2015 quando è stato bandito dal comitato etico. Il Qatar ha ricevuto la nomina a Nazione ospite della Coppa del Mondo il 3 dicembre 2010, ma ci sono state molte controversie riguardo alla sua idoneità.
All’indomani dell’assegnazione del torneo la stampa britannica pubblicò prove per dimostrare che diversi membri della Fifa erano stati corrotti. Nel gennaio 2013, un dossier del giornale France Football e denominato Qatargate evidenziò il ruolo della Francia nell’assegnazione dell’evento. In quel momento il presidente della Repubblica era Nicolas Sarkozy.
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