Martina Palma è conosciuta, su Instagram, come @martiipal. Ma, per gli amici, è sempre Martina. Ha una galleria di foto perfettamente curata, un talento incredibile nella scelta degli angoli più “instagrammabili”, una passione irrefrenabile per le colazioni e le feste a tema. La vita le ha insegnato che, da un momento all’altro, tutto può cambiare e, ad oggi, ha una consapevolezza (quasi) totale di se stessa. Sul web è una influencer, un mestiere relativamente “nuovo”, che a qualcuno fa paura e, a qualcun altro, fa pensare che significhi solo scattare e pubblicare. Instagram è diventato un lavoro, anche ben retribuito, ma lei non si è montata la testa.
Martina non era interessata alla fama, né a guadagnare attraverso il web, ma è successo tutto casualmente per lei. Con il tempo, il numero dei suoi followers è cresciuto e, ad oggi, conta quasi 65mila seguaci. Che, ci tiene sempre a specificarlo, per lei non è solo un numero astratto. E’ bello viaggiare con lei, tra una colazione a Venezia e una panoramica sul Tower Bridge. Ma è bello anche sapere che, al di là degli scatti perfetti, c’è una ragazza di (quasi) 26 anni, con le insicurezze di tutte noi. Anche, forse anche qualcuna in più
Martina Palma sente perfettamente il peso e la responsabilità di tutte quelle persone (vere!), al di là dei profili interessati a seguirla. Si fa portavoce della naturalezza della vita e si diverte addirittura a far vedere il backstage degli scatti “patinati”. Non vuole apparire perfetta, non ci ha nemmeno mai provato, ma è bella, bellissima, nei suoi sorrisi e nei messaggi che lancia a chi la segue. A noi piace perché si mostra umana, senza filtri, a dispetto di tutti quelli che si vedono nelle fotografie. Scende tutti i gradini, fino a mostrarsi nelle sue fragilità, nella sofferenza, senza però dimenticare la semplicità dei momenti quotidiani.
Ciao Martina! Sei una ragazza relativamente “normale”, ma con quasi 65mila followers su Instagram: come ti descriveresti in poche parole?
Ciao a tutti, la prima è sempre la domanda più complicata per rompere il ghiaccio: mi descriverei come una venticinquenne campana con un profilo Instagram aperto nel 2013 e che oggi è diventato il mio lavoro, ma sono anche social media manager, content creator per altre aziende e studentessa di giurisprudenza.
Sei molto giovane e capisco che, alla tua (nostra) età, faccia paura parlare di senso di responsabilità. Ma tu senti il peso delle migliaia di persone che ti seguono?
Assolutamente si, me ne sono accorta un paio di anni fa, con l’introduzione delle stories. Non l’ho mai raccontato in giro, ma lo racconto a voi: stavo provando un rossetto molto chiaro che mi stava particolarmente male, fui molto indelicata perché associai questa situazione estetica ad una “malata terminale”. Mi scrissero in molte, sottolineando la gravità di quello che avevo detto. Mi resi conto in quel momento del peso che aveva ciò che dicevo sulle persone che mi seguivano.
Se sì, come ti difendi sul web, esprimi i pensieri liberamente o tendi a calibrare ciò che dici?
Ho imparato ad esprimere liberamente i miei pensieri, tenendo però sempre in considerazione il rispetto delle opinioni altrui.
Qual è stato il momento in cui ti sei resa conto che il numero dei followers stesse iniziando ad avere un certo peso?
Non c’è stato un momento preciso che io ricordi, sicuramente la prima svolta degli inizi c’è stata quando delle ragazze mi spedirono a casa degli orecchini in fimo – che andavano moooolto di moda – per pubblicizzarli sul mio profilo, pur non essendo davvero nessuno, lì ho capito che stava succedendo qualcosa, ma c’è voluto molto prima di iniziare a firmare contratti con brand importanti.
Tu cerchi di veicolare sempre messaggi molto importanti, assieme ai tuoi scatti su Instagram. Body positivity, accettazione di se stessi, di recente hai parlato anche di un momento psicologico difficile, per te. Cosa significa, a tuo avviso, poter parlare a così tante persone?
E’ un onore per me avere così tanta gente che mi legge. Credo, nel mio piccolo, di poter fare una differenza, per questo sto cercando, da un paio d’anni, di trattare anche gli argomenti più delicati, quelli per cui molte donne (perché il mio pubblico è principalmente femminile) si sentono in difficoltà, per dare loro forza, per far mostrare le cose da un altro punto di vista.
E, guardando l’altra faccia della medaglia, ti arrivano spesso critiche da parte di haters? Non parlo delle critiche costruttive, ma quelle sterili ed ignoranti. Se sì, come reagisci?
Non mi capita molto spesso, sono abbastanza fortunata perché so di colleghe che ne ricevono a centinaia ogni giorno. A me capita raramente, fin’ora tre-quattro volte all’anno, per me rappresentano un ottimo spunto per crearci dei discorsi, infatti non blocco mai nessuno, rispondo in modo ironico e poi condivido gli screen per far partire un dibattito e sottolineare vari aspetti. Più c’è ironia, più gli haters si innervosiscono.
Sei un’influencer e, quello di Instagram, non è solo un passatempo, ma un vero e proprio lavoro. Cosa c’è dietro le foto, le captions, i compensi e i viaggi? Cosa c’è che noi “comuni mortali” non vediamo e non immaginiamo? Come nascono gli scatti e le collaborazioni?
Mi diverto spesso a mostrare il “backstage” degli scatti di Instagram, raccontando i disagi vari che accadono per realizzare “uno scatto perfetto”, cosa che vivono tutte le influencer ma pochissime raccontano per non sporcare la loro immagine da dive (non è una critica, ma un modo diverso di approcciarsi ai social). Le collaborazioni sono sempre oggetto di grandissima curiosità da parte dei “non addetti ai lavori”: spesso i brand incaricano le agenzie di comunicazione di occuparsi delle loro campagne social, le agenzie contattano gli influencer proponendo loro un progetto di sponsorizzazione e si tenta di incrociare la richiesta del cliente con le richieste dell’influencer. Ecco nata una collaborazione!
In merito a tutto questo, cosa rispondi a chi non considera, quello dell’influencer, un vero e proprio mestiere?
Sono diminuite tantissimo le persone che non riconoscono il nostro come un mestiere, ormai non ci si può coprire più gli occhi, è evidente che il mondo della pubblicità stia cambiando forma, ma capisco chi è ancorato ad una realtà un po’… vintage ed ha difficoltà ad accettare le novità.
Quali sono gli aspetti positivi e negativi del tuo lavoro?
Gli aspetti positivi sono tanti: ho la possibilità di vivere esperienze incredibili, di viaggiare tantissimo, di conoscere moltissime persone, ho la possibilità di esprimere me stessa attraverso una forma artistica e di farlo come lavoro. Gli aspetti negativi sono la stanchezza di stare sempre fuori casa, perdere momenti importanti (non ero presente alla laurea di mia sorella perché ero impegnata a lavorare per l’ente del turismo di Aruba, ai Caraibi), la vita che va avanti qui mentre tu sei in giro come una trottola tra eventi e viaggi, quando ti fermi, gli altri sono andati avanti e non li trovi più dove li hai lasciati.
Contemporaneamente, stai frequentando ancora l’università. O meglio, continui a dare gli esami. Quanto conta il percorso universitario, alla luce di ciò che fai adesso?
Sapendo come sarebbe finita, avrei intrapreso sicuramente un’altra tipologia di carriera universitaria. La laurea in giurisprudenza, in questo preciso momento, non è quella che mi avvantaggia per il mondo del lavoro in cui sono entrata, ma ho dato tantissimi esami quindi ho deciso di portarla a termine.
Nel mondo di Instagram, ci sono davvero le stesse persone, dietro le foto che vediamo? A volte si ha come l’impressione che, negli scatti, ci sia una specie di controfigura della realtà.
Confermo assolutamente quest’impressione, spesso mi son ritrovata ad eventi in cui ho incontrato persone che seguivo su Instagram e che non riuscivo a riconoscere, né esteticamente, né caratterialmente. Purtroppo un po’ è vero che Instagram è anche finzione, per alcuni è solo finzione.
Tu sembri sempre vera, ma non è una cosa semplice, nel “pianeta” dei filtri e delle vite patinate. Qual è il tuo segreto?
Il segreto credo sia quello di aver iniziato prima, prima che nascesse questo mondo, prima che esistesse la parola “influencer”, prima che le aziende creassero profili per investire in questa piattaforma. Ora gira tutto intorno ai soldi e alla popolarità, agli inizi c’erano ragazze che condividevano la loro quotidianità scambiandosi consigli di bellezza, cucina, moda e diventavano amiche a distanza, come le amiche di penna di quando eravamo bambine.
Tutti parlano della caducità del mestiere del web, dallo youtuber all’influencer. Si pensa che tutto questo possa finire. Se Instagram dovesse scomparire, da un momento all’altro, tu cosa faresti?
Instagram potrebbe scomparire, ma nascerebbe un altro social, così come è avvenuto con Snapchat e come sta lentamente succedendo anche a Facebook. Sono molte anche nella “vita reale” le professioni che stanno scomparendo, mi viene in mente il calzolaio, i gestori dei video noleggi, può capitare. Credo che a quel punto bisognerà reinventarsi, aggiornarsi, puntare di più sul blog, scoprire le nuove forme della comunicazione.
E, se potessi parlare alla Martina di 10 anni fa, cosa le diresti?
“Non avere paura di niente, vali molto più di quello che pensi, te ne accorgerai!”
Come hanno reagito le persone che conosci all’idea che tu fossi nota su Instagram? Hai perso amicizie? Qualcuno si è avvicinato a te per approfittare della tua notorietà?
La cosa è stata molto graduale, quindi le persone vicine a me hanno avuto modo di abituarsi all’idea, di crescere insieme a me e sono state orgogliose dei risultati che ho raggiunto. Ho perso amicizie, come succede a tutti, ma non credo a causa di Instagram, mentre il contrario è avvenuto: mi si sono avvicinate ragazze che poi ho capito avere secondi fini.
Ti è mai capitato di perdere contatto con la realtà? Se sì, come sei tornata con i piedi per terra?
E’ una domanda interessante: si, mi è capitato più volte, il vortice del virtuale non lascia scampo. Il mio rimedio è allontanarmi dal cellulare per qualche giorno, prendere del tempo per me, circondarmi di amici e fidanzato e vivere del #qualitytime, come lo chiama la Ferragni… ops, ci sono ricascata!