Silvia Romano, la cooperante milanese rapita da ignoti in Kenya il 20 novembre scorso, era viva almeno fino a Natale. Emergono elementi concreti per sperare di ritrovarla. Della Romano si sono perse le tracce da quando una banda di sequestratori l’ha prelevata facendola scomparire nel nulla.

Le autorità giudiziarie italiane e quelle keniote si sono incontrate a Roma, venerdì 12 luglio. La conferma dell’esistenza in vita della giovane milanese fino al dicembre 2018 arriva dalle dichiarazioni fatte da due cittadini kenioti. La polizia li aveva arrestati il 26 dicembre 2018 in quanto ritenuti gli esecutori materiali del sequestro.

La ragazza italiana, secondo quanto hanno raccontato, è stata poi ceduta a una altra banda di sequestratori. Nel corso del vertice romano di ieri il procuratore generale del Kenya, Noordin Mohamed Haji, e il pm titolare del procedimento aperto a Roma, Sergio Colaiocco, hanno ricostruito le fasi del sequestro. Silvia si trovava nella contea di Kilifi quando un commando armato di 8 persone era entrato in azione.

I banditi hanno fatto irruzione nel centro commerciale di Chacama. E hanno portato via Silvia senza cellulare e passaporto su una moto verso una boscaglia nei pressi del fiume Tana. L’azione sarebbe riconducibile a criminali locali. I quali, per eseguire l’operazione, avevano acquistato fucili e granate e avevano seguito la giovane nei giorni precedenti al blitz.

Degli otto membri della banda, cinque sono attualmente ricercati. I due arrestati il giorno di Santo Stefano saranno processati a Nairobi il 29 e 30 luglio prossimi. Un terzo soggetto finito in manette, un cittadino somalo di 35 anni, trovato in possesso di una delle armi in quel villaggio, ha ammesso le sue responsabilità. Al termine del vertice si è anche saputo che i carabinieri del Ros torneranno in Kenya nelle prossime settimane. Obiettivo: proseguire la collaborazione investigativa e acquisire ulteriore materiale probatorio.

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