La Germania, paese leader dell’Europa e locomotiva dell’economia nel Vecchio continente, è terrorizzata. Avanza lo spettro della recessione. Come in un effetto domino anche gli altri paesi dell’Unione europea potrebbero esserne coinvolti. In particolare l’Italia, anello debole con crescita zero. Le conseguenze per noi sarebbero pesanti.

A suonare l’allarme è la Bundesbank, la banca centrale di Berlino, a pochi giorni dal calo dello 0,1% del Pil registrato nel secondo trimestre 2019. Secondo i banchieri l’economia della Germania potrebbe entrare in recessione nel terzo trimestre dell’anno, appesantita da una “netta contrazione” della produzione industriale e appesantita dalle tensioni commerciali internazionali.

Secondo la Bundesbank il Pil della Germania “potrebbe di nuovo contrarsi” questa estate. Dopo il calo visto nella seconda parte dell’anno. Un bis di crescita negativa che equivarrebbe a una recessione tecnica. “La congiuntura tedesca rimane debole anche nell’estate del 2019” si legge nel report della Bundesbank.

Anche nell’attuale trimestre l’attività economica potrebbe ridursi leggermente” prosegue il rapporto. E “la fine del rallentamento non è ancora in vista” scrive la banca centrale tedesca. Bundesbank individua le cause. Si tratterebbe della riduzione della domanda dall’estero. Ma anche del calo nell’edilizia, dell’incertezza sulla Brexit, la mancata crescita del settore dell’auto. A tutto ciò si sommano le tensioni sul piano mondiale tra Usa e Cina.

Si tratta di segnali di allarme che riaccendono a Berlino il dibattito politico. Al centro dello scontro la necessità per il governo tedesco di deviare dal suo dogma di bilancio. E fornire i mezzi per un possibile risveglio dell’economia. Proprio oggi 19 agosto l’agenzia di stampa Bloomberg, citando il ministro delle Finanze Olaf Scholz, ha parlato di un possibile piano da 55 miliardi di euro. Stimoli per rilanciare l’economia. Nei giorni scorsi, la cancelliera Angela Merkel, dopo la diffusione dei dati negativi sul primo trimestre aveva spiegato come la Germania, al momento, non necessiti di nuovi stimoli. Tuttavia i fatti non sembrano darle ragione.

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