Pubblicato sabato 21 settembre sul Corriere della Sera, il sondaggio di Nando Pagnoncelli non sembra molto incoraggiante per Matteo Renzi. Come è noto l’ex premier ed ex segretario del Partito democratico ha annunciato nei giorni scorsi la sua uscita, assieme ad alcune decine di parlamentari a lui fedeli, dal Pd per fondare un nuovo organismo: “Italia viva“. I numeri ora danno tale partito al 4,4% dei consensi fra gli italiani.
La decisione di Renzi di dar vita a un nuovo soggetto politico naturalmente era attesa. Ciò che ha destato sorpresa in Parlamento come al Governo è la scelta dei tempi. La fuoriuscita di Renzi è stata annunciata all’indomani della nascita del nuovo esecutivo fra Movimento Cinque Stelle e Partito democratico. Proprio l’ex segretario ha contribuito a far nascere nel breve volgere di pochi giorni il Conte Bis.
Adesso, stando ai numeri di Pagnoncelli, l’uscita dal Pd è giudicata positivamente solo dal 28% degli italiani. Mentre il 52% ne dà una valutazione negativa. Queste ultime prevalgono nettamente tra gli elettorati di tutte le forze politiche, con l’eccezione di quelli di Forza Italia tra i quali le valutazioni positive (48%) e negative (50%) sostanzialmente si equivalgono.
L’ex segretario dem ha motivato la sua decisione di far nascere Italia viva con l’obiettivo di raccogliere consenso in un bacino elettorale più ampio rispetto al centrosinistra, scrive Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera. Tutto ciò al fine di rafforzare lo schieramento che si contrappone al centrodestra e a Matteo Salvini, che Renzi indica, di fatto, come il nemico che lui vuole battere.
L’opinione pubblica non sembra molto convinta del successo di questa operazione. Infatti, spiega ancora il sondaggista sul Corriere, il 67% degli intervistati è convinto che con Italia viva Renzi non riuscirà a raccogliere molti consensi e resterà marginale nella politica italiana.
Quanto al bacino elettorale del nuovo soggetto politico, le opinioni sono tutt’altro che univoche. Infatti, il 35% prevede che Italia viva raccoglierà consensi soprattutto nell’area del centrosinistra. Il 25% immagina che avrà un elettorato composto all’incirca in parti uguali da elettori di centrosinistra e di centro o centrodestra. Il 13% ritiene che il target elettivo sia di centro o centrodestra.
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