Neri Marcorè a condurre l’evento e, accanto a lui, una schiera di cantanti in attesa di potersi esibire: dietro le quinte del palco che ha invaso i giardini dedicati a Piergiorgio Welby, in piazza San Giovanni in Bosco a Roma, Luca Barbarossa, Roy Paci e tanti altri artisti si danno il cambio in un pomeriggio piovoso ma dalle idee chiare. E mentre gli hashtag “liberi fino alla fine” e “fatti vivo anche tu” invadono Instagram a macchia d’olio, ecco arrivare la voce soul italiana del momento.
Quella di Nina Zilli è una presenza imponente, regale e agile sui suoi tacchi a spillo, mentre risponde con educazione e semplicità alle mie domande. Nina ha raccontato a VelvetMag cos’è per lei la libertà, svelandoci di cosa parlerà il suo prossimo album.
Photo Credits: Teresa Comberiati
VELVET: Siamo nel ventunesimo secolo ed ancora si scende in piazza per poter difendere la libertà. Nina, che cos’è per te essere liberi?
NINA ZILLI: La libertà distingue l’essere umano da tutto il resto del mondo. Abbiamo il libero arbitrio e, se c’è stato concesso, significa che non bisogna dire che cosa sia il bene e che cosa sia il male, in quanto esso non è mai oggettivo. Parliamo di una riflessione che richiama la soggettività. Per esempio io penso a Simone de Beauvoir, a Martin Luther King, a Nina Simone, ad Emma Bonino e ovviamente anche a Marco Cappato. Tutti questi spiriti guerrieri hanno deciso e vogliono cambiare le cose nonostante le diverse problematiche. Perché sì, cambiamo noi e quindi è giusto che in una società così globalizzata e universalmente unita, bisogna essere prima di tutto umani che rispettano altri esseri umani. Con ciò mi auguro che le scelte non vengono più giudicate da nessuno e che quindi l’eutanasia diventi legale.
VELVET: Nel 2006 a Piergiorgio Welby è stato negato il funerale proprio qui, nella Chiesa della piazza San Giovanni in Bosco. Il Vaticano ordinò di non far aprire le porte perché la sua morte era stata indotta e quindi considerata eutanasia. Qual è la tua riflessione a riguardo?
NINA ZILLI: Ogni essere umano ha il diritto di realizzarsi e di fare della propria vita quello che vuole. Ovviamente ci sono delle situazioni estreme: la nostra libertà finisce quando inizia ad invadere quella degli altri però, in fondo, credo che certe situazioni non si possano assolutamente giudicare. Se una persona è in uno stato critico ma ha la capacità di intendere e ritiene che l’eutanasia sia la cosa migliore da fare, dovremmo ascoltarla.
Photo Credits: Teresa Comberiati
VELVET: La musica può incentivare la libertà?
NINA ZILLI: La musica è sempre libertà! A me piace così che “se sbaglio è lo stesso”. D’altronde come posso dire il contrario? L’ho scritto io! La mia testardaggine rappresenta appunto anche quel senso di libertà. Essere liberi veramente, riuscire a liberare le nostre menti e le nostre anime. Sentirci un’altra persona anche solo per un attimo e provare empatia per quel qualcun altro. Insomma, andare alla ricerca di una socialità vera.
Sai, io mi sono sentita libera quando, per esempio, da bambina, credo di aver avuto otto anni, sono scappata con la bicicletta, anche se poi ho fatto spaventare molto mia nonna. Oppure quando, per la prima volta ho detto: «No, io canterò soltanto la mia musica e non me ne frega niente se non piacerà a nessuno. Lo farò, l’ho fatto per vent’anni e continuerò!». Credo che in fondo ci si senta liberi al massimo quando siamo noi stessi, anche se è molto difficile. Esser sempre noi stessi e non aver paura, per esempio, di dare la risposta che l’altro non si aspetta.
Photo Credits: Teresa Comberiati
VELVET: In questo ultimo periodo, piccoli dettagli hanno suggerito che qualcosa di nuovo ci condurrà verso il tuo prossimo progetto. Giusto?
NINA ZILLI: Il mio nuovo disco sta arrivando! Parla di un sacco di cose e, dal momento che esser liberi è anche un mio modo di vivere, in questo mio ultimo lavoro si percepirà molto. In fondo scrivo quello che vivo e che vedo. Infatti anche il mio precedente disco parlava poco di amore e di coppia, ma dedicava molto più spazio al bisogno di amore universale e di sentirsi empaticamente vicini. Ciò, dato anche dalle situazioni storiche e politiche che inevitabilmente influenzano. Questo ultimo disco l’ho iniziato a scrivere l’anno scorso. Di solito per completare un lavoro ho bisogno che trascorri almeno un anno, così da poter vivere e assorbire tutto ciò che la natura e il mondo mi possono dare. E questo ultimo album parla di amore ed empatia.
VELVET: Ovviamente dopo l’album porterai le tue canzoni in giro, magari fra i palazzetti o gli stadi italiani e, perché no, anche oltre. In tanti aspettano il tuo ritorno! E quindi, a quando l’inizio del tour?
NINA ZILLI: Il mio prossimo tour arriverà subito dopo l’album ma se ne parlerà nel 2020. Abbiate pazienza… A volte ritornano!
Photo Credits: Teresa Comberiati
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