Sostenere ogni giorno ritmi rapidissimi nella preparazione dei piatti. Senza badare a turni di notte e durante le feste. E mantenendo alta l’offerta di qualità per non soccombere alla pressione della critica. Sono alcune delle più stressanti condizioni di lavoro degli chef italiani.

Un servizio di consulenza

E adesso per la prima volta il mondo della ristorazione, insieme a quello medico, dedica attenzione ai livelli di stress che vivono titolari e dipendenti delle strutture. Così l’Associazione italiana “Ambasciatori del gusto” annuncia di aver siglato con l’Ordine degli Psicologi del Lazio un protocollo d’intesa. Nel 2020 prenderà il via un percorso di ricerca sui livelli di stress da lavoro nell’ambito della ristorazione. Questo per attivare un servizio di consulenza per gli associati.

Non solo stellette e buona reputazione

Il Gruppo di lavoro, costituito dagli psicologi aderenti all’Ordine e dagli Ambasciatori del Gusto di tutta Italia, realizzerà nello specifico uno studio analizzando i fattori che contribuiscono a creare stress all’interno dei diversi ambienti di lavoro. L’obiettivo, nel medio-lungo termine, è di fotografare le condizioni psichiche alle quali i professionisti devono far fronte ogni giorno. La ricerca permetterà la stesura di un documento d’informazione e di prevenzione per la categoria.

“I giovani rischiano di più”

“Lo stress da lavoro – commenta la presidente dell’Associazione italiana ambasciatori del gusto Cristina Bowerman – è una patologia riconosciuta. È anche un segnale d’allarme quanto mai attuale anche nel mondo della ristorazione di cui noi Ambasciatori siamo da sempre portavoce. Il nostro impegno – conclude la chef – è quello di poter restituire a tutta la categoria un panel di informazioni utili nella gestione quotidiana del lavoro. Sia singolo che di brigata. Ma anche di fornire uno strumento concreto alle nuove generazioni, sempre più esposte a questo tipo di pressioni”.