Non c’è pace per il governo Conte. Neppure a Natale. Poco dopo le 23 del 25 dicembre, infatti, Palazzo Chigi ha confermato le dimissioni del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti che ha consegnato la lettera al premier Conte.

I rumor delle dimissioni del responsabile dell’Istruzione duravano da giorni ed erano legati all’approvazione della manovra, con il mancato stanziamento dei fondi attesi per l’Istruzione. D’altra parte il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, intervistato da Repubblica, aveva ammesso: “Abbiamo inserito circa due miliardi aggiuntivi per scuola, università e ricerca. Avrei voluto destinare ancora più risorse a questi settori fondamentali. L’impegno è per la prossima manovra”.

Lo stesso Fioramonti era stato esplicito sulla volontà di un passo indietro, racconta il quotidiano romano di Largo Fochetti, in caso di fondi insufficienti per scuola, università e ricerca. Le dimissioni non avrebbero però un sapore antigovernativo. Fioramonti andrebbe a costituire un gruppo alla Camera a sostegno del premier come embrione di un nuovo soggetto politico.

Nei giorni scorsi si sono fatti i nomi di alcuni deputati che potrebbero seguirlo, tra cui Nunzio Angiola e Gianluca Rospi, ma anche l’ex M5s Andrea Cecconi. Insomma, si moltiplicano le voci su possibili gruppi pro-Conte nei due rami del Parlamento. Per la successione al ministero dell’Istruzione il nome in pole è quello di Nicola Morra, attuale presidente della Commissione parlamentare antimafia.