Il rock italiano quest’anno festeggia un importante anniversario: i quarant’anni di carriera di Piero Pelù. Per festeggiare l’importante traguardo, il rocker salirà per la prima volta sul palco di Sanremo. Per il settantesimo Festival, l’artista ha deciso di portare il brano Gigante. Ma per l’album, Pugili Fragili, bisognerà aspettare la fine della kermesse: il disco uscirà infatti il 21 febbraio. Il pre order sarà però già possibile fin dal 31 gennaio.
Gigante è un brano che Piero Pelù ha dedicato ai suoi nipotini e a chi in generale si affaccia al mondo per la prima volta. Anche a chi, però, prova invece a rinascere, dopo un passato difficile, come i ragazzi e le ragazze dei carceri minorili di Nisida e dell’Italia intera. Il brano è prodotto e arrangiato da Piero Pelù stesso e da Luca Chiaravalli ed è il ventesimo lavoro in studio fra Liftiba e la carriera come solista. Chiaravalli sarà presente anche come direttore d’orchestra nella serata speciale del 6 febbraio, dove per festeggiare i 70 anni di Sanremo Pelù canterà Cuore Matto.
Piero Pelù e Sanremo uniti per l’ambiente: il Clean Beach Tour
In campo, anche una scelta ambientale: il 5 gennaio alle 11:00, il rocker inviterà tutti al suo Clean Beach Tour presso la spiaggia di Bussana. L’iniziativa è quella di ripulire la spiaggia da plastiche e microplastiche per “sottrarre più veleni possibili al nostro ambiente e quindi a noi stessi”. Sarà coinvolto lo stesso comune di Sanremo e anche Legambiente sarà in prima linea per coordinare l’evento, a cui parteciperanno anche tutte le scuole del distretto.
Non è però la prima volta che Pelù è sensibile al tema ambientale: basti pensare a Peste (1988), Woda Woda (1990), Stesso Futuro (2002), Tribù (2006), Intossicato (2016) e Eutòpia (2016) e ovviamente alla più recente Picnic all’Inferno. Il brano è un originalissimo duetto in cui ha ripreso il discorso che Greta Thunberg fece nel dicembre 2018 a Katowice (Polonia) in occasione della COP24:
«Sono sempre stato sensibile alle tematiche ambientali. Già con Litfiba e Peste, del 1988. Il mio è un attivismo personale, non sono un talebano. Credo nell’impatto zero, mi piace lasciare i luoghi nelle condizioni migliori di quelle in cui li ho trovati. Mi piacerebbe lavorare affinché ci fosse una vera coscienza del valore della natura».
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