Mentre il mondo piange Kobe Bryant, gli investigatori cercano di fare ordine sull’incidente. Ieri 26 gennaio l’elicottero del campione della NBA (la massima serie del basket americano) è precipitato sopra Los Angeles. Bryant, 41 anni, ha perso la vita con altre persone che si trovavano con lui a bordo del velivolo. Fra le vittime anche la figlia maggiore di Kobe: Gianna Maria, 13 anni, giovanissima promessa del basket femminile statunitense.

Le autorità locali hanno fatto sapere che intorno alla zona dello schianto c’era scarsa visibilità. A ingannare il pilota dell’elicottero sarebbe stata la nebbia. Il velivolo si è schiantato a 300 chilometri all’ora su una collina a 500 metri di quota. Il terreno accidentato rende adesso difficile il recupero dei corpi. Tanto che i medici stimano in 48 ore il tempo necessario per l’operazione.

L’elicottero di Bryant aveva lasciato Santa Ana nella Contea di Orange, a sud di Los Angeles, poco dopo le 9 del 26 gennaio. I controllori del traffico aereo avevano notato una scarsa visibilità sulla zona. Poco dopo le 9.40 locali, l’elicottero si è trovato di fronte a una collina ma non è riuscito a superarla. Il velivolo si è schiantato a Calabasas, a circa 30 miglia (48 chilometri) a nord-ovest del centro di Los Angeles.

Fra le vittime del tragico incidente c’era anche il coach di baseball John Altobelli, 56 anni. Lo ha confermato ad AP Tony Altobelli, fratello minore dell’allenatore di Orange Coast College. Morti anche la moglie di Altobelli, Keri, e la figlia Alyssa, che aveva circa 13 anni e giocava nella stessa squadra di basket della figlia di Bryant.

Il sindaco di Costa Mesa, Katrina Foley, ha reso noto via Twitter i nomi delle altre persone decedute. Si tratta di Christina Mauser, un’allenatrice di pallacanestro femminile in una vicina scuola elementare privata, e suo marito, Matt Mauser, fondatore dei Tijuana Dogs, una popolare band dell’ Orange County.