Cosa è un tampone faringeo? Come funzione e come si fa? Queste sono le domande più comuni in questi giorni segnati dal panico da Coronavirus. Ma facciamo un po’ di ordine, analizzando questo strumento molto utile da conoscere.
Tampone faringeo: cosa è e come si fa
In questi giorni si sente molto parlare del tampone faringeo, utile ai medici per diagnostica il Coronavirus. Si tratta di un semplice test che funziona in modo indolore e veloce.
Il medico preleva tramite un piccolo bastoncino di cotone un campione di saliva e muco dalla bocca, prendendolo dalla faringe posteriore. In seguito il medico immergerà il tampone all’interno di un apposito gel, prima di conservarlo con cura in un contenitore sterile ad una temperatura costante di +4°.
Una volta prelevato, il tampone viene inviato al laboratorio, che impiegherà circa 6 ore per analizzarne il campione e dare il risultato.
Quanto è affidabile per diagnosticare il Coronavirus?
Nei casi sospetti di Coronavirus i medici utilizzano il tampone faringeo, che è in grado di identificare i batteri presenti nella mucosa della bocca. Quando il campione arriva nel laboratorio specializzato, questo provvede ad analizzarlo fornendo i primi risultati. Ma questo test è davvero affidabile?
La prassi è che, qualora un tampone risulti positivo, il test venga effettuato una secondo volta. I risultati, dunque, vengono ripetuti per evitare l’errore ed essere affidabili il più possibile.
In seguito è l’Istituto Superiore di Sanità ad essere incaricato di confermare la positività dei tamponi di screening effettuati. Questo provvede ad estrarre l’RNA per rendere più ampia la gamma di informazioni sul genoma del virus.
Una volta terminato anche questo controllo, il risultato finale viene comunicato alle autorità competenti che, a quel punto, hanno la certezza assoluta di positività o negatività del tampone faringeo.
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