In questi giorni di grande dolore per l’Italia e per il mondo intero, a causa dell’emergenza del coronavirus, c’è un’immagine di speranza, che più di mille parole, è riuscita a racchiudere il sentimento collettivo dell’intera nazione. Il disegno dell’artista veneziano Franco Rivolli, che ha scosso le coscienze di tutti noi. L’illustrazione ha unito gli animi del Nord, Centro e Sud della Penisola. Il dipinto della dottoressa, con la mascherina ed i guanti in lattice, che culla amorevolmente l’Italia ferita. La donna lo fa con un fare materno e delicato, inclinando il capo con gli occhi socchiusi in maniera rispettosa e dolce. Abbraccia il nostro Paese, di colore scarlatto, per le atroci ferite subite, che lo rendono “zona rossa” delimitata e protetta. Lo stivale è cinto con premura da un lungo mantello: la bandiera della nazione. Le ali, dietro la schiena del medico, non fanno altro che ricordarci quanto siano proprio loro i veri eroi di questa triste vicenda, metaforicamente e realmente angeli custodi del Paese. Il personale sanitario che lotta giorno e notte al fine di salvare più vite umane possibili, senza tregua, rischiando la propria esistenza per quella degli altri.

Non a caso l’opera si chiama proprio”Angels“, omaggio a questa nostra Italia lacerata e a tutto il sistema medico nazionale. Nel vederlo ci vengono in mente le forti parole di Oriana Fallaci, che ne “La rabbia e l’orgoglio”, affermava: “E quest’Italia, un’Italia che c’è anche se viene zittita o irrisa o insultata, guai a chi me la tocca. Guai a chi me la ruba, guai a chi me la invade”.
Franco Rivolli, da una settimana, è diventato improvvisamente famoso grazie alla sua emblematica immagine. VelvetMag è riuscito a contattarlo per un’intervista esclusiva.

 

Intervista esclusiva a Franco Rivolli

Ha creato un disegno in cui è racchiuso tutto il dolore, ma anche l’amore verso la nostra nazione. Da dove ha tratto l’ispirazione?

Il dipinto “Angels” è un simbolo, parla al cuore della gente. L’ispirazione è avvenuta in maniera improvvisa, tra una commissione di un cliente e l’altro. Indubbiamente sono stato colpito dalle notizie alla tv e dai giornali che ci mostravano la tragica situazione a livello sanitario. Una cara amica della mia compagna è una pneumologa e ha condiviso con noi i racconti di questo terribile virus. Il disegno però non rappresenta proprio lei, ma è scaturito dagli strazianti reportage dei bollettini medici, in particolare di quelli di Bergamo e della Lombardia. Quindi vuole essere un omaggio a tutto il personale sanitario che lotta incessantemente per assistere i malati rischiando la propria vita. Ho dipinto il disegno martedì 10 marzo in sole due, tre ore. Quando hai un’idea in testa vuoi subito realizzarla altrimenti sfuma. Subito dopo l’ho condiviso sui miei canali Instagram: francorivolliart e Facebook. Da lì è partito tutto.

Tra le tante condivisioni via web, ce n’è stata una in particolare che ha fatto scaturire un battage mediatico decisivo.

In maniera causale un mio amico ha pubblicato, sul suo profilo facebook, “Angels”. Mi ha chiesto anche di poter condividere l’immagine con un conoscente che lavora nell’ Associazione Nazionale Carabinieri di Chiaravalle Centrale, a Catanzaro. L’ente ha un profilo social molto seguito. Da quel momento in poi le condivisioni si sono moltiplicate improvvisamente. Sono ancora stupito da tutto questo, mi sembra una situazione doppiamente irreale quella in cui sto vivendo. In primis per la nostra drammatica situazione nazionale e poi perché, di punto in bianco, mi ritrovo ad essere contattato da giornali, enti, associazioni che chiedono informazioni sulla mia creazione.

“Angels”: perché proprio questo titolo?

I veri angeli sono i dottori, tutto il personale medico, persone che rinunciano al sonno, al riposo e che mettono a repentaglio la loro vita per curare quella degli altri. Non lo dobbiamo dimenticare mai.

L’ illustrazione che ha unito tutta l’Italia

È un’opera quindi che parte dal Nord, da Venezia, dove lei risiede, ma che paradossalmente diviene famosa grazie al Sud. Esprime inoltre con fierezza l’unità della nostra nazione. Trova che sia emblematico già questa aspetto?

Sicuramente. Il mio desiderio infatti era non solo quello di celebrare l’Italia ed il personale medico, ma anche di unire il Paese intero. Per un momento volevo allontanare le differenze tra Nord, Centro e Sud. Desideravo parlare al cuore di tutti gli italiani indifferentemente dalla loro posizione geografica.

(“American Gods”, courtesy of Franco Rivolli)

La tecnica in digitale dell’opera

Con quale tecnica è stata realizzata l’illustrazione?

Lavoro in digitale, l’opera è in olio acrilico su tela in digitale. Lavoro con Mac e con due tavolette grafiche Wacom che sono il top se si fa professionalmente questo lavoro. Ho un monitor integrato con il quale dipingo con la penna sullo schermo in maniera digitale. Questo procedimento agevola nel sistemare l’illustrazione, soprattutto esonera dai tempi dell’asciugatura. Sono un perfezionista, non mi accontento. Mi adopero a trovare la miglior soluzione possibile per rendere in maniera più tradizionale il mio lavoro. Creo con ritmi serratissimi. A volte ci sono case editrici che commissionano dall’oggi al domani un lavoro e bisogna essere in grado di realizzarlo nei tempi concordati.

(“Leave me Alone”, courtesy of Franco Rivolli)

Si aspettava questo enorme successo? In tutto il mondo hanno condiviso il suo disegno!

Non posso ancora credere come in così pochi giorni la mia vita sia cambiata. Prima ero un illustratore di nicchia, ora in molti conoscono il mio nome.

(“Monello”, courtesy of Franco Rivolli)

 

Ci sono state delle repliche e delle riproduzioni non fedeli all’originale e anche delle deturpazione della sua opera. Come l’ha presa?

Vorrei dire tante cose riguardo questo argomento, per educazione mi astengo. Mi sono arrabbiato certamente. Ho chiesto in maniera garbata di rimuovere l’immagine. Mi riferisco ad un ultimo caso di un ragazzo che aveva completamente stravolto il mio dipinto. Di certo non volevo accanirmi, ma ci tenevo a far rispettare la fedeltà di “Angels”, così come è giusto che sia. Ci sono stati anche dei privati che hanno tolto le mie iniziali della firma in basso a destra coprendole con una bandiera. Ma perché? Tra l’altro a chiunque mi abbia chiesto di utilizzare l’illustrazione, per scopi adeguati, ho risposto in maniera positiva. Ci sono stati enti, fondazioni, ospedali che la utilizzano come emblema contro la lotta al coronavirus.

(“Night”, courtesy of Franco Rivolli)

L’opera è sulla torre dell’ospedale di Bergamo

Non ultimo infatti proprio l’Ospedale di Bergamo.

Già, è incredibile. Proprio Bergamo, la città più gravemente colpita dal Covid-19, ha posto sulla torre dell’ospedale una gigantografia del mio disegno. Sono stato contattato da Luigi Daleffe, coordinatore infermieristico della struttura. Il responsabile mi ha spiegato come gli operatori sanitari vivano in trincea e come sarebbe stato bello accoglierli all’ingresso dell’ospedale da questa mia immagine. Un simbolo di speranza e di ringraziamento nei loro confronti. Ho deciso subito quindi di concedere l’opera in maniera del tutto gratuita. Sono onorato che il dipinto possa rallegrare chi combatte in prima linea questa drammatica battaglia.

Franco Rivolli, un artista di grande talento e sensibilità

Ci descriva il suo percorso artistico.

Sono nato a Lido di Venezia e dopo il liceo artistico mi sono iscritto alla scuola “Arte e Messaggio” di Milano, sezione illustrazione. Ho 41 anni, disegno da quando ne avevo sei e sono vent’anni che collaboro con enti, committenti e case editrici. Ho realizzato per la R.A.I.  alcuni cortometraggi animati per il programma ‘L’albero azzurro”. Collaboro attualmente alla realizzazione dell’immagine di testi scolastici, giochi, libri per ragazzi e riviste.  Tra le case editrici più importanti, con le quali ho lavorato, ci sono: Paravia, Mondadori, Giunti e Scarabeo Edizioni. Mi affascina molto disegnare la figura umana a 360 gradi.
(“Supermom”, courtesy of Franco Rivolli)
Dove ha esposto le sue illustrazioni?
Prettamente in mostre collettive in giro per il mondo: Addis Abeba, Città del Messico, Helsinki, Lisbona, Tokyo, Kyoto, Savannah e naturalmente Venezia.
(“Pissed”, courtesy of Franco Rivolli)

L’artista è colui il quale è più vicino a Dio grazie alla sensibilità d’animo. In “Angels” traspare molto questo aspetto.

Credo che la sensibilità ci porti ad essere dei creativi e che la creatività ci porti a toccare maggiormente le corde della sensibilità. Queste caratteristiche si amalgamano tra loro come in un circolo vizioso. La sensibilità fa parte del mio linguaggio, è un modo di esprimere la mia personalità. L’illustrazione è lo strumento grazie al quale rifletto me stesso.

(“Halloween”, courtesy of Franco Rivolli)

Progetti futuri

Cosa si aspetta da questo momento in poi?

È troppo presto parlare del futuro. Sono una persona molto ponderata, vivo giorno per giorno. Spero di arrivare agli occhi ed al cuore della gente. Mi stanno contattando varie associazioni per raccogliere dei fondi per il coronavirus grazie al mio dipinto e per poter pubblicare l’opera. Persino la rivista “Le Fiamme d’Argento” dell ‘Associazione Nazionale Carabinieri. Ne sono onorato.

(“Tiny”, courtesy of Franco Rivolli)

Potrebbe mai vendere i diritti di “Angels”?

Non vorrei attribuirgli un discorso monetario. Vorrei che continuasse ad essere un simbolo della lotta italiana a questo terribile male.

(“Angels”,  courtesy of Franco Rivolli)

illustratori.it/FrancoRivolli