Da lunedì 4 maggio tornano al lavoro 4,4 milioni di persone, dopo 55 giorni di confinamento in casa a causa della pandemia del coronavirus. Qualcosa, dunque, comincia a cambiare. L’Italia, lentamente, riparte.
Fidanzati sì, amici no
Si potrà uscire di casa per andare a far visita a coniugi, conviventi, partner delle unioni civili, parenti fino al sesto grado, affini fino al quarto grado come i cugini del coniuge. E a persone “legate da uno stabile legame affettivo”, come i fidanzati ma non, precisano fonti di governo, gli amici.
Attività fisica e seconde case
Via libera anche all’attività motoria non solo nei pressi della propria abitazione e nei parchi. Resta chiaro che non si può uscire dalla propria regione, se non – una volta sola – per tornare nella propria residenza o domicilio. Questo nel caso in cui per il lockdown si fosse rimasti bloccati altrove. Resta il divieto anche per le seconde case. “Non è tra gli spostamenti per necessità”, spiegano fonti di governo citate dall’agenzia di stampa Ansa.
Più avanti riaperture su base regionale
Dai dati sul contagio che si raccoglieranno a partire dalla prossima settimana si capirà se dal 18 maggio si potrà riaprire di più in alcune Regioni. Ma anche se, al contrario, in singole aree del Paese dovrà tornare il lockdown. Il premier Giuseppe Conte, rispondendo via Facebook alle lettere di un’estestista, un barbiere e una ristoratrice, si dice “sicuro” che nelle zone a basso contagio le riaperture arriveranno “prima del previsto”. E intanto assicura che il governo sarà “intransigente per chi riparte sul rispetto di “rigidi protocolli di sicurezza”.
Fabbriche e lavoro
Lunedì 4 maggio ripartono la manifattura e le costruzioni. Così come il commercio all’ingrosso legato ai settori in attività, che vanno da tessile e moda, ad automotive e fabbricazione di mobili. Secondo i consulenti del lavoro torneranno in ufficio o in azienda 4,4 milioni di persone. Altri altri 2,7 milioni riprenderanno a lavorare ma da casa.