Paura dei buchi esiste e ha un nome: come affrontarla
Si chiama tripofobia, la paura dei buchi di cui soffrono in molti. Ma da cosa nasce e come si affronta? Ecco alcune rivelazioni importanti.
Paura dei buchi esiste: di cosa si tratta
Nel linguaggio scientifico è definita tripofobia, ed è la paura per i buchi. Se quando vedete dei buchi provate fastidio, orrore o addirittura terrore allora anche voi ne siete affetti.
Nei soggetti che ne soffrono anche la visione di scene tipiche del quotidiano può rappresentare un tasto dolente. Bolle di sapone ravvicinate, buchini nel legno, un alveare, o i forellini che si trovano su piante e fiori: visioni comuni che per chi ha la paura dei buchi sono “letali”. Ma da cosa nasce questa fobia?
Come affrontare la tripofobia
Ma da cosa deriva la paura dei buchi? Questa fobia, sebbene sia condivisa da moltissime persone nel mondo, rimane comunque sconosciuta. Non esistono ancora farmaci, cure e definizioni autorevoli, ma a livello scientifico hanno cominciato ad emergere alcuni studi.
Secondo uno studio condotto dall’Università dell’Essex i meccanismi che regolano questa fobia sarebbero antichissimi. Geoff Cole, responsabile del gruppo di ricerca ha dichiarato:
Il nostro studio suggerisce che probabilmente un’antica parte del cervello segnala che si sta guardando un animale velenoso
Molti animali velenosi, infatti, hanno una fisionomia con chiazze bucherellate, come il polpo blu, lo scorpione giallo o i ragni velenosi. Come affrontare questa paura dei buchi? Secondo la medesima ricerca costringersi ad osservare immagini di questo tipo porterà a “desensibilizzarsi” poco a poco.
Ma quando la tripofobia arriva a livelli estremi può essere il caso di valutare anche un consulto specialistico, rivolgendosi ad uno psicologo o ad un medico. Alcuni soggetti, infatti, arriverebbero a sviluppare mal di testa, svenimenti, e attacchi di panico alla sola vista dei buchi.
LEGGI ANCHE: Cosa bere la mattina al posto del caffè: bevande sostitutive