In queste settimane si sente parlare di sindrome di Kawasaki, oltre che di coronavirus. Ma di cosa si tratta? Le due malattie sono correlate in qualche modo? Ecco tutto ciò che c’è da sapere per proteggere i bambini.
Sindrome di Kawasaki: tutti i sintomi
Negli ultimi mesi non si è parlato di altro che non fosse coronavirus. Ma anche la sindrome di Kawasaki allarma i medici e i pediatri di tutto il mondo. La malattia prende il nome dal suo scopritore, un pediatra giapponese dal nome Tomisaku Kawasaki. Si tratta di una sindrome che interessa, in particolar modo, neonati e bambini fino agli 8 anni di età.
I sintomi sono confondibili in alcuni casi con quelli di una normale influenza, perciò bisogna prestare molta attenzione. Tra quelli più comuni troviamo febbre prolungata, labbra secche e arrossate, occhi arrossati e lingua “a fragola”. I linfonodi potrebbero apparire ingrossati, e molti bambini manifestano anche eruzioni cutanee, gonfiore di mani e piedi, che appaiono anche screpolati.
Alcuni, inoltre, presentano anche problemi gastrointestinali come diarrea e mal di pancia. Tra le complicanze più comuni si rilevano problemi cardio-vascolari. Ma c’è un legame tra la sindrome di Kawasaki e il Covid-19?
Legami con il Covid-19?
La sindrome di Kawasaki è considerata abbastanza rara, e se diagnosticata tempestivamente, scompare nel giro di 8 settimane. Da alcuni giorni circolano dei sospetti riguardo ad un legame con il Covid-19, dal momento che i casi si sono moltiplicati nelle zone più colpite dal coronavirus.
Al momento, però, non sembra esserci nessun legame diretto. I pediatri, infatti, hanno invitato ad evitare allarmismi: meno dell’1% dei bambini colpiti da coronavirus, infatti, sviluppa la sindrome di Kawasaki. Nessun allarmismo, dunque, ma tanta fiducia nella ricerca su cui è intervenuta anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
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