Venezia 77: il red carpet è pura emozione. Il designer Anton Giulio Grande sceglie proprio la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia come palcoscenico per presentare la sua ultima fatica: la nuova collezione haute couture 2020/2021. Ed è un omaggio all’alta sartorialità fiorentina e precisamente a Lorenzo de’ Medici e al giglio toscano, l’iconico simbolo di Firenze, quello che il celebre couturier calabrese porta in scena nella città dei Dogi. Una celebrazione del Made in Italy, della sapiente arte del fatto a mano, la vera alta moda italiana, che richiede ore ed ore di lavorazione dei tessuti, con rifiniture di altissimo pregio che sfiorano la perfezione.
Anton Giulio Grande: in Laguna con alto tasso di seduzione
Charme, raffinatezza, eleganza, ricercatezza ed altissima qualità. Sono queste le cifre stilistiche che caratterizzano l’alta moda di Anton Giulio Grande. L’ex enfant prodige della moda, dopo il lockdown, torna a stupire gli addetti ai lavori e non solo. In un clima festivaliero molto diverso dalle edizioni passate, a causa delle restrizioni dovute al covid-19, la creatività sembra però non conoscere battute d’arresto.
“Gli ingressi al Festival del Cinema di Venezia sono contingentati. È consentito togliere la mascherina soltanto al momento della foto sul red carpet. Persino i fotografi sono distanziati. La kermesse cinematografica però rimane sempre di forte respiro internazionale. Davvero un plauso va al Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e a tutta la Biennale per aver saputo comunque organizzare un evento di tale importanza nonostante la pandemia”, commenta Anton Giulio Grande.
Lo stilista ha deciso di portare in scena la sua nuova collezione ieri, il 9 settembre 2020, nella giornata di presentazione del film di Emma Dante “Le Sorelle Macaluso”
“La Dante è l’unica regista italiana donna candidata al Leone D’Oro. Ho scelto proprio di esibirmi in questa giornata perché era doveroso fare il red carpet e renderle omaggio. È la mia dedica a tutte le donne, muse ispiratrici della mia moda”, dichiara Anton Giulio Grande.
Il designer non è nuovo ai red carpet cinematografici. Lo scorso anno, in occasione del Festival del Cinema di Roma, Miss Italia 2019, Carolina Stramare aveva sfoggiato un seducente long dress da lui firmato suscitando persino gli apprezzamenti di John Travolta.
La nuova collezione alta moda 2020/2021 di Anton Giulio Grande è come sempre un tripudio di sensualità e ricercatezza e un omaggio a Firenze
“Ho recuperato lo stemma araldico appartenuto a Lorenzo de’ Medici e l’ho fatto diventare un ricamo di alta moda. L’effige rappresenta il giglio fiorentino che ho adeguato al corpo della mannequin. Mi piaceva rendere questo stemma invernale come gli arazzi e i velluti, tessuti molto in voga nel Cinquecento. Mi sono avvalso del rebrodè mixato al velluto di seta nero. Una lavorazione impegnativa che ha previsto anche dei plissè realizzati appositamente a Milano.”
Ed ancora: “Le schiene sono completamente scoperte, i tre long dress hanno lo scollo all’americana, con quattro bretelle incrociate sempre in rebrodè che si ispirano ai ricami cinquecenteschi toscani. C’è l’abito corto davanti con lo strascico dietro di pizzo ricamato in jais, perline e cristalli swarovski. La particolarità delle tre creazioni è data dai bordi. Le parti della gonna infatti sono in organza tagliata 6 cm e plissettata. Ci sono voluti ben 100 metri di organza applicati l’uno dietro l’altro. Un lavoro immenso, certosino, d’alta moda”, commenta Anton Giulio Grande.
L’atmosfera in Laguna è nettamente diversa rispetto agli scorsi anni
“Venezia ha un’immagine un po’ desolante perché risente del Covid-19. Avrei preferito il solito caos rispetto a questo clima decadente che si respira”, commenta Anton Giulio Grande. Nonostante ciò sono tante le starlette e le presenzialiste irriducibili che sfilano sul tappeto rosso.
“Ci sono stati molti scivoloni di stile soprattutto da parte delle vip italiane. Donne di sessant’anni cinte in abiti fasciati chiari di jersey non adatti alla loro fisicità. Ritengo che ci sia un tempo per tutto. Bisogna saper invecchiare con dignità e decoro altrimenti si rischia di essere patetici. Cate Blanchett e Anna Foglietta, però, entrambe vestite da Giorgio Armani, si sono distinte per la loro classe e carisma”, afferma Anton Giulio Grande.
La moda in questo momento, dopo il Coronavirus, punta molto sul ben fatto, sulla qualità. Il primo ad affermare tutto ciò è stato proprio Armani, sottolineando quanto il fast fashion sia deleterio per l’alta moda e ad invocare una maggiore consapevolezza e dei ritmi più lenti ed umani nello svelare le nuove collezioni.
“Armani, pur avendo uno stile molto diverso dal mio, è un uomo di cui ho una stima immensa. Ho apprezzato molto il fatto che sia lui che Valentino abbiano riportato l’alta moda a Milano e che il Re della Moda svelerà la sua nuova collezione in tv rendendola fruibile al grande pubblico. Sono anch’io dell’avviso che una donna debba possedere solo pochi capi nel guardaroba ma di qualità. Inoltre l’atto creativo non deve essere soggetto ad una tempistica dettata dai calendari della moda, ma libero, influenzato esclusivamente all’ispirazione del momento”, commenta Grande.
E l’ispirazione della nuova collezione di Anton Giulio Grande è Firenze, una città che lo ha accolta fin da giovanissimo quando si è laureato nel prestigioso Polimoda toscano
Lo stilista svela le proposte della nuova stagione avvalendosi di tre modelle venete alla prima esperienza lavorativa, selezionate con un casting via streaming. Delle bellezze con tutti i rigorosi crismi dell’alta moda, molto distanti dalla fisicità di Armine Harutyunyan, la modella 23 enne di origini armene scelta da Alessandro Michele, il Direttore Creativo di Gucci. La ragazza si è ritrovata alcuni giorni fa al centro di una violenta tempesta di body shaming.
“Io non avrei mai scelto Armine – commenta Anton Giulio Grande – Alessandro Michele non è il primo creativo che si avvale di una musa particolare, logicamente questa scelta è una mossa astuta di marketing. Se pensiamo a Jean Paul Gaultier, che ha utilizzato una bellezza particolarissima come quella di Rossy De Palma, o se guardiamo al passato a ‘La Fornarina’ di Raffaello, sono immagini femminili molto distanti con l’ideale di bellezza attuale. L’arte è una cosa soggettiva. Amo l’eccesso e l’apparire, sono stati degli aspetti fondamentali nel mio passato. Ora a 45 anni vorrei essere ricordato in maniera diversa. Desidero che le mie donne si distinguano per l’eleganza. In fondo la bellezza poi cos’è? È gentilezza, garbo, qualità e non solo fisicità”, conclude lo stilista.
Lo stilista è atteso a Roma il 14 settembre 2020 presso “Sublime La Villa” come special guest del primo evento italiano totalmente dedicato all’innovazione della moda green, il “Sustainable Innovation Fashion Week”.