Qualche anno fa ci sarebbe apparso inverosimile, oggi è realtà: anche gli utenti di Instagram scioperano. Lo fanno scegliendo di ‘freezare’ i loro account per 24 ore, e la protesta continua da circa due giorni. Al netto si contano circa 10.000 pagine congelate per adesione allo #StopHateForProfit. Se poi a prendere posizione sono i “pezzi grossi” del settore, lo sciopero assume inevitabilmente dimensioni gravose. Sul fatto che qualcuno prenderà sul serio un’altra rimostranza così globale, invece, è lecito nutrire qualche dubbio.

#StopHateForProfit

Leonardo DiCaprio, Katy Perry, Demi Lovato, Mark Ruffalo, Naomi Campbell, Sacha Baron Cohen e perfino Kim Kardashian: un’orda di star ha detto basta ad Instagram per 24 ore. 24 sono ancora poche, sì, e non serviranno a cambiare un mondo a sua volta ‘freezato’ dai social network, ma magari scuoteranno Zuckerberg-il colosso. Per ora tutto tace. L’ambizione è che il presidente di Facebook arrivi a dimostrarsi quantomeno disposto a ridiscutere la policy e l’etica di un social network che (insieme a Instagram) piace sempre meno ai suoi utenti. Lo slogan è chiarissimo: STOP HATE. Basta con l’odio. E anche basta con le fake news, basta con qualsiasi forma di pornografia e body shaming. Basta con l’incitamento alla violenza, basta con le segnalazioni di profili offensivi scadute nell’oblio dell’algoritmo, basta.

L’hashtag ufficiale è #StopHateForProfit, slogan indetto da una campagna di sensibilizzazione lanciata da 9 organizzazioni per i diritti civili. Ancora una volta la miccia è stata accesa da una controversia legata alla policy di Instagram, il cui algoritmo pare sempre piuttosto confuso in merito a ciò che offende o meno la dignità dei suoi utenti. Per capirci: parliamo ancora della ben nota avversione del social network al più innocuo dei capezzoli femminili (e il ‘famoso algoritmo’ qui ha un radar funzionalissimo), ma non a qualsiasi sorta di contenuto violento. Parliamo anche della disparità nel difendere alcuni utenti dal cyberbullismo e altri no, arrogandosi il diritto di stabilire cosa ferisca la sensibilità della community e cosa invece sia lecito che la community subisca. La campagna si era già estesa su Instagram con quella viralità che appartiene al social stesso e che ora gli torna contro. Il contributo delle grandi star in questo senso ha rappresentato una stoccata significativa.

Lo sciopero delle star: DiCaprio, Lovato e Kutcher

LEONARDO DICAPRIO – 46,5 milioni di follower
Chiede ai social di Zuckerberg una sterzata positiva (e forse, a questo punto, un po’ irrealistica). «Uso Instagram e Facebook, ma voglio che sia una forza positiva. Non odio, violenza e disinformazione. Questa dovrebbe essere un’opportunità per Facebook di lavorare con queste organizzazioni e la comunità in generale per renderlo una piattaforma migliore e più sicura per tutti».

DEMI LOVATO – 93,2 milioni di follower
Invita i suoi utenti a partecipare in risposta al ‘male’ che Facebook e Instagram stanno generando. «L’odio che viene costantemente caricato e pubblicato non può più essere ignorato. Tutte le false informazioni che vengono diffuse in questo momento stanno facendo così tanto male. Mi unirò alle seguenti organizzazioni per i diritti civili questo mercoledì 16 settembre e mi astengo dal postare sul mio IG»

ASHTON KUTCHER – 4,2 milioni di follower
Meno morbido subentra anche l’attore, senza risparmiarsi sulla questione profitti. «Questi strumenti non sono stati costruiti per diffondere odio, violenza e disinformazione. Ma quando compagnie ed individui ne traggono un vantaggio finanziario o meno, è loro responsabilità mitigare questi utilizzi indesiderati».

Campbell, Ruffalo e Lawrence

NAOMI CAMPBELL – 9,5 milioni di follower
Inevitabile il disappunto inorridito della ‘Venere Nera’ (al quale si unisce anche l’attrice Kerry Washington: 6,1 milioni di follower) in merito alla violenza a sfondo tipicamente razziale che dilaga sui social: «NAACP (ndr: National Association for the Advancement of Colored People, per i diritti degli afroamericani), Color of Change, ADL, Common Sense Media. Accetto di congelare il mio account domani per protestare contro Zuckerberg che consente l’incitamento alla violenza razzista, la diffusione di teorie del complotto letali e l’erosione della democrazia. Per favore, se qualcuno di voi che segue il mio account vuole prendere una posizione, allora per favore sostenga questa coalizione di gruppi per i diritti civili e #StopHateforProfit».

MARK RUFFALO – 18,7 milioni di follower
L’appello è diretto e lucido: «Facebook guadagna miliardi di dollari in pubblicità consentendo al contempo all’odio di prosperare sulla sua piattaforma. È ora di ritenere Facebook responsabile della sua inerzia, ecco perché oggi “congelo” il mio account Instagram per 24 ore. Unisciti a me e dì a Facebook di farlo».

JENNIFER LAWRENCE – si rifiuta di aprire un account Instagram
Più battagliera del solito e inconfondibilmente schietta, l’attrice ha scelto a monte di non aprire nessun account Instagram. Probabilmente la forma di protesta più concreta possibile: «Facebook ignora l’odio e la disinformazione sui propri siti. Non è un errore operativo. Sceglie deliberatamente di preferire il profitto rispetto alle persone e alla democrazia».