La Grande Mela ha messo definitivamente al bando le buste della spesa che inquinano. È entrato in vigore a New York, infatti, il divieto di utilizzo dei sacchetti di plastica. La nuova normativa vieta le piccole borse plastificate nei supermercati e nei negozi di alimentari. Restano però “risparmiati” dal divieto i sacchetti per i farmaci, quelli per la frutta, per la verdura e per avvolgere carne o pesce.

Miliardi di buste ogni anno

Il bando avrebbe dovuto essere operativo già da mesi, per la precisione dallo scorso 1 marzo. Ma era stato congelato sino a ora per una causa legale e, in aggiunta, a causa della pandemia di coronavirus. Secondo i funzionari statunitensi, i newyorkesi usano circa 23 miliardi di sacchetti di plastica ogni anno. Basil Seggos, Commissario del Dipartimento per la conservazione ambientale dello Stato di New York ha dato la sua spiegazione dei fatti. “Fino all’85% dei sacchetti di plastica – ha dichiarato – finisce nelle discariche, intasa le nostre macchine per il riciclaggio o si trova nei corsi d’acqua, nelle strade, sugli alberi”.

La protesta dei negozianti

Diversi proprietari di piccole botteghe e negozi di alimentari, tuttavia, sono contrari all’entrata in vigore del divieto. Vorrebbero posticiparlo di un altro anno. “Proprio adesso? È il momento sbagliato” sostengono. Molti di loro stanno lottando per sopravvivere all’impatto economico della pandemia, assolutamente devastante in America. Ragion per cui, essere costretti ad addebitare ai clienti un sacchetto di carta o una busta riutilizzabile potrebbe rivelarsi una mossa sbagliata. Vale a dire che, secondo molti piccoli commercianti, esiste il rischio di paralizzare ancora di più le vendite. Per questo il bando rischia di essere bloccato da nuove sfide legali. A Times Square, intanto, è stato inaugurato il “Plastic Bag Store” dove sono esposte opere d’arte in plastica riciclata. L’obiettivo? Divertire facendo riflettere sul tema della plastica usa e getta e dell’ingente inquinamento dell’ambiente che ne deriva.