Prende il via la mostra “Romaison 2020 – Roma, una Maison straordinaria: archivi e produzione dei laboratori di costume”. Fino al 29 novembre 2020 al Museo dell’ Ara Pacis per la prima volta gli storici atelier romani svelano le collezioni di pezzi autentici conservati nei loro archivi. La Capitale si è sempre distinta per il forte sodalizio tra moda e cinema riconosciuto in tutto il mondo. Il progetto, alla sua prima edizione, è stato del fortemente voluto dal Sindaco di Roma. Virginia Raggi ha voluto valorizzare quel prezioso unicum creativo che caratterizza la città, come uno straordinario laboratorio progettuale diffuso. Un vero e proprio viaggio nelle grandi sartorie della Capitale, tra moda e immaginario cinematografico.

Curata dalla storica e critica della moda Clara Tosi Pamphili, la mostra riunisce le più importanti sartorie di Costume romane. Tra queste: Annamode, Costumi d’Arte – Peruzzi, Sartoria Farani, Laboratorio Pieroni, Tirelli Costumi. In esposizione ci sono anche una serie di bozzetti dall’archivio personale di Gabriele Mayer. Il fondo di riconosciuta importanza storica, sarà donato alla Galleria Nazionale, insieme a una sezione dedicata a Mensura, lo storico produttore di manichini.

Romaison 2020: il patrimonio creativo delle Sartorie romane insieme alla performance di Tilda Swinton

Il progetto promosso da Roma Capitale, organizzato da Zètema Progetto Cultura, comprende non solo la mostra di abiti e costumi tratti dagli archivi delle sartorie teatrali e cinematografiche capitoline. Di grande rilievo è infatti la performance Embodying Pasolini, diretta da Olivier Saillard, con protagonista Tilda Swinton. L’attrice scozzese farà rivivere i costumi dei film di Pier Paolo Pasolini, al Mattatoio a Testaccio nel 2021. Il percorso mette in luce capi unici ed anche inediti. In un gioco di rimandi tra pezzi d’epoca e costumi troviamo abiti eccezionali che vanno da Charles Frederick Worth, il sarto inglese a cui dobbiamo la nostra concezione di moda, fino a Paul Poiret. Dalla romana Maria Monaci Gallenga fino a Madame Gres e agli atelier di alta moda romani come Schubert e Zecca.

I grandi dell’alta moda francese come Christian Dior e Balenciaga dialogano con i costumi straordinari de “Il Conformista” e “L’Ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci

Ma anche con la famosa “Cleopatra” interpretata da Elizabeth Taylor, con gli abiti di “Salò” di Pasolini, o con quelli di “Miss Marx”, presentato con successo all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, fino alle serie tv di grido, come “Penny Dreadful”. I Costumi dei grandi nomi come Pescucci, Canonero, Atwood, Squarciapino, Donati, Tosi, fino ai più giovani Catini Parrini e Torella sono messi a confronto diretto con i magici archivi di questi luoghi.

Il rapporto tra Moda e Costume “meravigliosamente ambiguo, in una dimensione parallela di ispirazione reciproca soprattutto a Roma”, come scrive la curatrice, è il filo di storie affascinanti. Avventure che si snodano per oltre un secolo. Dalla nascita di Cinecittà nel 1937 alle prime produzioni internazionali girate negli studi romani. Tra queste il “Principe delle Volpi” del 1949, dalla stagione dorata del cinema italiano ad oggi.

A Romaison 2020 sarà possibile ammirare alcune icone cinematografiche, di bellezza e fascino atemporale

Florinda Bolkan indossa un vero abito di Gallenga come costume nel film “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, Donyale Luna, la prima modella di colore che compare sulla copertina di Vogue nel 1966, in “Satyricon”. Ed anche Silvana Mangano, icasticamente glamour mentre indossa le sue parure Bulgari con ametiste, quarzi e diamanti in “Gruppo di Famiglia in un Interno”. Jane Fonda nel celebre “Barbarella”. Romaison 2020 dedica anche una sezione alle scuole e accademie di moda. A cadenza settimanale, infatti, saranno esposti i migliori progetti realizzati dagli studenti di Accademia di Alta Moda Koefia, Accademia di Belle Arti di Roma, Accademia di Costume e Moda, IED Istituto Europeo di Design, NABA Nuova Accademia di Belle Arti.