Perché “I Will Always Love You” è un brano immortale
Otto anni ci separano dalla scomparsa di Whitney Houston, avvenuta a sorpresa nel 2012 dopo una vita al limite all’insegna dell’eccesso e dei problemi personali. Nonostante l’addio prematuro alla star, tra le voci più rappresentative del pop anni ’90, il successo della musicista americana continua a rappresentare un metro di paragone per i giovani artisti dello stesso settore; e se solo pochi giorni fa Taylor Swift aveva spodestato la collega come numero di primi posti conquistati in classifica Billboard (47 contro 46), il traguardo raggiunto da queste ore dal brano più famoso di Houston non fa che confermarne il mai esauritosi appeal nei suoi confronti da parte delle nuove generazioni.
Il singolo del 1992 supera il miliardo di ascolti su Youtube: è l’ultimo record di Whitney Houston, terza artista anni ’90 a raggiungere il traguardo
A prendersi la corona e segnare l’ennesimo record nella carriera di Whitney Houston è stato I Will Always Love You, brano forse più celebre e rappresentativo della cantante. Il singolo fu inciso come canzone di lancio e colonna sonora per il film Bodyguard, da lei interpretato come protagonista accanto a Kevin Costner; trionfo della stagione 1992, l’action è oggi ricordato soprattutto per il brano della cantante. Rielaborazione di un classico di Dolly Parton del 1973, I Will Always Love You ha sfidato i decenni; dopo quattordici settimane in testa alla classifica dei singoli USA, il brano raggiunse la statura di classico istantaneo per un’intera stagione del soul e del pop. Un statura che ne ha rinnovato il successo, anno dopo anno, arrivando oggi a superare il miliardo di visualizzazioni via Youtube.
Un vero e proprio trionfo postumo quello di Whitney Houston, capace di accogliere la star su un podio riservato esclusivamente a tre altri giganti della musica. Prima di lei, gli unici colleghi ad aver raggiunto un simile traguardo nella decade ’90 sono stati in questi anni mostri sacri come i Nirvana (Smells like teen spirit), Guns ‘N’ Roses (November Rain), e i Cranberries di Dolores O’Riordan (Zombie). Una tripletta da Olimpo della musica, da questo momento aperta anche all’artista di Newark.
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