Disco verde della statunitense Food and Drug Administration (Fda) al primo test per la diagnosi del coronavirus fai-da-te. Il tampone fornisce il risultato direttamente a casa, per chiunque, dai 14 anni in su. La Fda non ha rivelato il costo ma sul sito della società si dice che il prezzo è inferiore ai 50 dollari. “Sebbene siano stati autorizzati test per la raccolta a casa, questo è il primo a poter essere fatto autonomamente e che fornisce risultati direttamente a casa”, spiega il commissario dell’Fda Stephen Hahn in una nota. “Questa nuova opzione di test – aggiunge – rappresenta un importante sviluppo diagnostico per affrontare la pandemia e ridurre la trasmissione”. Il risultato del nuovo tampone nasale fai-da-te Usa si ottiene in circa 30 minuti.
In Italia qual è la situazione?
Nei giorni scorsi il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha effettuato egli stesso, in diretta Facebook, un tampone fai-da-te. Per mostrare i progressi nella lotta al virus. In ogni caso occorre sottolineare che tale test, che molti vorrebbero, è soltanto una tappa per capire veramente se siamo infettati dal Sars-CoV-2 o meno. La prima cosa da fare – sempre – è interpellare il proprio medico curante. Il kit fai da te rappresenta un modo rapido per avere qualche indicazione in più sulle nostre condizioni di salute, fermo restando che sarà il medico a darci indicazioni sulla diagnosi relativa a una nostra eventuale indisposizione.
A cosa serve davvero
Tutto ciò non toglie che il test fai-da-te potrebbe rivelarsi utile come prima indicazione. Attenzione, però. Esistono anche responsi “falsi negativi” al coronavirus. Ciò dipende se non abbiamo eseguito correttamente il test, oppure perché lo abbiamo fatto in un momento che coincide col periodo di incubazione del Sars-CoV-2 nel nostro corpo. In tal caso la positività al test fai-da-te può esistere davvero ma non è riscontrata immediatamente. Esiste infatti un intervallo di latenza. Ossia un breve lasso di tempo durante il quale le particelle virali vengono inalate dal nostro naso ma non sono ancora “documentabili” da un tampone.