Natale in casa ai tempi del Covid-19: spiritualità, tradizioni e film di una volta da riscoprire
In epoca coronavirus tornano in auge le consuetudini di una volta
Solo un mese ci separa dalle prossime festività natalizie che saranno sicuramente all’insegna della sobrietà. Il Natale ai tempi del coronavirus sarà scandito dal distanziamento. Non ci saranno baci e abbracci, ma soprattutto trascorreremo le festività con un numero ridotto di familiari o amici: presumibilmente sei al massimo. Addio quindi a feste, party, cenoni, veglioni, largo dunque alla morigeratezza, se non per il menù, almeno per il numero dei commensali. Sacrificio insomma è la parola d’ordine che il Governo chiede a tutti gli italiani. La finalità è quella di non trovarci, passate le feste, con il drammatico aumento della curva epidemiologica avvenuta dopo l’estate. Il ritorno alla normalità, infatti, doveva accadere in maniera lenta e graduale. Ci attende quindi un Natale alla riscoperta dei valori veri: meno consumistico, ma sicuramente più intimistico.
Natale ai tempi del coronavirus: alla riscoperta della spiritualità
“La pandemia ha rilevato il meglio e il peggio dei nostri popoli e il meglio e il peggio di ogni persona. Ora più che mai è necessario riacquistare consapevolezza della nostra comune appartenenza. Il virus ci ricorda che il modo migliore per prendersi cura di noi stessi è aprirsi alla cura e alla protezione di chi ci sta accanto. Consapevolezza del vicinato, consapevolezza delle città, consapevolezza regionale, consapevolezza della casa comune”. Sono parole semplici, ma cariche di significato quelle pronunciate da Papa Francesco alcuni giorni fa in occasione di un video messaggio inviato durante un Seminario virtuale. Il Pontefice sottolinea il valore della solidarietà tra gli individui. Dopo anni all’insegna del consumismo sfrenato è arrivato il momento di riflettere e di riscoprire la dimensione più pura dell’Avvento di Gesù Cristo. La religiosità e la spiritualità che una festa così importante nella tradizione cristiana porta con sé.
Tornano in auge le tradizioni di una volta
Il Natale ai tempi del coronavirus si trascorrerà nel tepore delle mura domestiche, proprio come una volta. Tra mercatini e villaggi natalizi sospesi, le caldarroste e il vin brûlé potranno solamente essere degustate a casa. Il Natale di ieri e di oggi sono completamente diversi, ma forse nel 2020 potrebbero trovare un punto d’incontro. Anni fa veniva sottolineato maggiormente l’aspetto del rito carico di significato e tradizioni. In primis quella del Presepe, perché negli anni Trenta e Quaranta non si usava allestire l’albero di Natale in casa. In campagna si andava a cercare il muschio nei boschi per strutturare al meglio il terreno dove si sarebbero poi adagiate le varie statuine. Vicina alla Natività era allestita la Cometa di Natale, la neve veniva realizzata con dei semplici batuffoli di cotone.
A mezzanotte si adagiava Gesù Bambino nella mangiatoia. La notte della Vigilia si giocava a tombola, a carte (sette e mezzo andava per la maggiore) e a dama. Grandi e piccini erano chiamati ad andare alla Messa di Mezzanotte. Durante la funzione religiosa, che prevedeva una partecipazione corale della comunità, si intonavano i classici canti natalizi. Di ritorno dalla chiesa ci si riuniva con i parenti attorno al camino degustando i fichi secchi addolciti con mandorle tostate e noci.
I regali di Natale erano cose semplici, ma donati col cuore, che venivano fatti trovare vicino al Presepio
Oggigiorno rimaniamo sorpresi nel sapere che i doni durante il periodo a cavallo delle due guerre mondiali erano costituiti per lo più da generi alimentari. I piccoli si accontentavano di ricevere non l’ultimo modello di playstation, ma mandarini, fichi, mandorle e caramelle. I più fortunati potevano invece trovare scatole di cioccolatini, pantofole, cappellini o sciarpe per ripararsi dalle fredde nevicate. I giocattoli invece arrivavano soltanto per la Festa dell’Epifania, oltre all’immancabile cenere e carbone: un chiaro segnale di ravvedimento ad essere più rispettosi. Durante il pranzo di Natale i bambini leggevano la letterina di Natale ai genitori che conteneva la promessa e l’impegno di essere più buoni durante l’anno. Oggi abbiamo perso il gusto e la poesia del Natale, la fede è stata sostituita dai beni di consumo, con l’illusione che si possa comprare tutto, anche la felicità. La speranza è che il Natale ai tempi del coronavirus ci faccia ritrovare questa magia.
Riguardo agli addobbi anticamente si utilizzavano frutti e grano per adornare le dimore, piano piano si è passati ai nastri colorati, alle ghirlande, agli addobbi in legno fino ad arrivare agli addobbi in vetro soffiato
Il Natale ai tempi del coronavirus ha fatto sì che le persone riscoprissero il gusto di decorare le proprie abitazioni, avendo per forza di cose più tempo da trascorrere in casa. Non è un caso che in molti abbiano deciso di allestire la propria dimora in versione natalizia già prima dell’8 dicembre, per combattere la tristezza e le restrizioni di questo periodo. A dimostrarlo è l’hashtag a tema diventato in pochi giorni virale, #ChristmasInNovember. Da Kim Kardashian , a Robbie Willimas a Victoria Beckham è gara a chi abbia l’albero più particolare.
Ci conferma questa tendenza anche Maria Luisa Rocchi, tra le flowers designer più in voga nella Capitale, che ci racconta: “Questo è un anno particolare, le persone spaventate di rimanere isolate, hanno riscoperto il piacere di decorare le proprie case, allestendole con largo anticipo, per renderle più calde ed accoglienti. Andrà un Natale classico, quello delle ghirlande in abete, delle bacche rosse e delle pigne profumate con tanti schiaccianoci. In alternativa per un allestimento sobrio ed elegante si può puntare ad alberi rosa che ricordano la fioritura dei ciliegi giapponesi e tante lucine, insieme a decorazioni con fiori in tessuto di magnolia brinata.”
Natale ai tempi del coronavirus, come una volta riscoprendo il calore del pranzo in casa con la famiglia
La tradizione culinaria umbra e marchigiana prevedeva che durante il pranzo di Natale venissero serviti i tortellini in brodo fatti in casa con il secondo di cappone. Il dessert era costituito dalla zuppa inglese oltre dall’immancabile panettone. Durante la Vigilia si era soliti invece consumare l’insalata russa, anguilla marinata, il salmone affumicato, e un assortimento variegato di pesce e carciofi fritti. I dolcetti di pasta frolla a forma di stella o di angioletti erano rigorosamente realizzati in casa. Negli anni Cinquanta andava per la maggiore il torrone Strega. Un menù che può essere riproposto anche ai giorni nostri. Le varie prelibatezze erano adagiate su tovaglie ricamate a mano con decori di richiamo alla tradizione natalizia. All’ingresso dell’abitazione difficilmente mancava la Stella di Natale, la pianta ornamentale originaria del Messico divenuta molto popolare anche qui in Italia.
I Film di una volta da rivedere durante le Festività 2020
Con la nascita della tv negli anni Cinquanta le famiglie italiane potevano allietare le proprie festività natalizie grazie alla visione di film in bianco e nero. Tra i grandi classici del periodo natalizio, che possono essere riscoperti anche durante il Natale al tempo del coronavirus, c’è ” La vita è meravigliosa”. Una pietra miliare del cinema del regista italo americano Frank Capra scomparso nel 1991 e vincitore di otto premi Oscar. Per enfatizzare la dolce magia del Natale non può mancare “Il miracolo della 34ª strada”. Una favola intrisa di buoni sentimenti, ma mai sdolcinata, capace di farci riflettere sul vero significato della festa più amata dell’anno. Tra i classici film d’amore da rivedere durante le feste c’è “Via col vento”. La storia tra Rhett Butler (Clark Gable) e Rossella O’Hara ( Vivien Leigh) è una delle più famose del cinema di tutti i tempi.
Nella speranza che il Natale ai tempi del coronavirus possa essere più spirituale e meno consumistico, rispetto agli anni precedenti, e all’insegna della riscoperta dei valori più importanti. Perché, come afferma Papa Francesco, da questa crisi “si può uscire migliori” e “il cammino della solidarietà come giustizia è la migliore espressione di amore e ricerca”.
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