Sui social è ‘Stazzitta’, la frase che più spesso le ripeteva sua madre. Ma è che Daniela Collu, classe 1982, a stare zitta proprio non riesce. Comunica attraverso la radio, comunica attraverso la scrittura, quella di libri (‘Volevo solo camminare’ e ‘Un minuto d’arte’) e di programmi televisivi (il Grande Fratello e Stato Civile). Non solo dietro le quinte, però, perché Daniela ha condotto Strafactor, HotFactor, The Real ed ha fatto parte del cast fisso di Sbandati su Raidue.

E comunica anche attraverso Instagram, in quanto, da buona ‘Internettara convinta’, ne ha subito capito la potenza: “Credo che sia uno strumento che se usato bene apre una quantità di porte sulla conoscenza, sullo scambio, sulla cultura nel senso meno snob del termine“, dice. Schietto e diretto è il suo modo di dire le cose ma attenzione a definirla cinica, perché lei ai sentimenti non ci rinuncia: “La mia vita è completamente incentrata sull’importanza dei sentimenti“.

Due i Cattelan fondamentali per la sua carriera: Alessandro, che Daniela ha sostituto in due puntate di X Factor, dopo che il presentatore è risultato positivo al Covid-19 (ora è fortunatamente guarito). E poi c’è Maurizio, artista; proprio una delle sue opere è diventata la copertina del suo secondo libro, ‘Un minuto d’arte’. Si, perché tra le tante cose, Daniela è anche laureata in Storia dell’arte ed il suo è un viaggio dissacrante alla scoperta dei segreti di 60 opere. Un modo per cercare ‘di spiegare le cose in maniera accessibile, soprattutto quando sembrano difficili da comprendere’, racconta a noi di Velvet Mag.

Intervista a Daniela Collu

 

È un momento importante per te, nelle scorse settimane sei stata chiamata alla conduzione di X Factor per sostituire Alessandro Cattelan, positivo al Coronavirus. Si può dire che programmi come Strafactor e Hotfactor ti abbiano preparata a quel momento. Come è andata?

È andata molto bene! In realtà quello che mi ha preparata è probabilmente conoscere la squadra, conoscere il palco ed anche i giudici; mi sono sentita a mio agio. Un po’ tutto quello che faccio mi prepara per il lavoro: la radio, il lavoro di autrice che facevo prima, quindi tutto diventa un ingrediente della ricetta finale sperando che poi venga bene. Io sono molto soddisfatta!

Sembra che tu abbia retto il confronto con Alessandro: gli ascolti ti hanno premiata, così come i commenti, che effetto fa?

Gli ascolti hanno premiato, i social tutti favorevoli nei miei confronti, ci sono stati messaggi di grande apprezzamento, la stampa ha avuto parole molto lusinghiere nei miei confronti.

Momento verità: ti piacerebbe prendere il posto di Cattelan?

Mi piacerebbe avere un programma tutto mio da condurre, quello sì!  Credo che sia la volontà ed il progetto di tutti quelli che fanno il mio lavoro, anche per chi, soprattutto, scrive i propri programmi o ha lavorato anche nella fase di scrittura. Poi Ale è proprio l’anima di X Factor, quindi è difficile immaginare il programma senza di lui. Sono stata molto felice che sia tornato perché è un pezzo importante di quella casa.

Da anni in onda, quale è secondo te il punto di forza di X Factor?

Il fatto che ti garantisca un livello di spettacolo alto. È probabilmente lo show della televisione italiana. E quello che si vede in termine di messa in scena, contenuti, non si vede da altre parti. Negli anni abbiamo visto che anche altri talent hanno guardato al modello X Factor per raggiungere quei risultati. Io credo che sia proprio l’incastro di tutti i pezzi che poi vengono curati al millimetro. E poi il risultato si vede.

In libreria con il tuo secondo libro, ‘Un minuto d’arte’: un viaggio tra le opere raccontato ‘alla tua maniera’. Hai portato l’arte sui social, questo si che è un vero e proprio traguardo…

Si, non so se è un traguardo! Ho studiato Storia dell’arte e come faccio con tante mie passioni, dai viaggi, alla musica alla lettura, mi piace condividere le mie cose online, lo faccio da tanti anni, sono una ‘internettara’ convinta e quindi l’ho fatto anche con questa rubrica che è nata su Instagram, si intitola ‘Un minuto d’arte’ e che abbiamo deciso di trasformare in libro. Spiegare le cose in maniera accessibile, soprattutto quando sembrano difficili da comprendere, sul canale giusto, con la giusta spontaneità, ha funzionato. Quando abbiamo deciso di scrivere il secondo libro è stato abbastanza spontaneo puntare sull’arte e anche qui ci sono stati dati incoraggianti. La trasposizione da Internet alla carta sta pagando; siamo molto contenti!

Fa un certo effetto leggere nella stessa frase Kim Kardashian e la Gioconda: un modo per avvicinare i giovani all’arte o semplice provocazione?

No no, io non provoco, non è mai fine a se stessa, non me ne frega niente di provocare! Trovo che le provocazioni sterili siano la più grande perdita di tempo di questo Paese e non me ne frega niente. Lo possono fare tantissime altre persone. Io vorrei proprio insegnare quelle ‘quattro cose in croce’ che so alle persone, perché tante, soprattutto sulla rete hanno insegnato delle cose a me ed io imparo. Lo dico anche nel libro, sono assolutamente grata a quelli che divulgano cose più o meno importanti, inedite e curiose, online, perché sono una fan della rete e credo che sia uno strumento che se usato bene apre una quantità di porte sulla conoscenza, sullo scambio, sulla cultura nel senso meno snob del termine. Forse prima della rete solo la televisione ha avuto questo ruolo. Sai quando si dice che la televisione ha insegnato l’italiano agli italiani. È molto vero, anche la rete, fake news permettendo, può avere questa missione. Se alla fine del mio ‘Un minuto d’arte’, cartaceo o su Instagram, le persone che mi seguono sanno qualcosa in più su Michelangelo e gli ha fatto piacere impararla, sono felice così.

La copertina è di Maurizio Cattelan, come è nata questa collaborazione?

La copertina è di Maurizio Cattelan per Toilet Paper. È una copertina che per me incarna la perfezione, lo spirito del libro; è assolutamente iconoclasta e un po’ di rottura. Io cercavo un’immagine forte, mi sono messa a fare un po’ di ricerca, essendo una grande fan di Cattelan, infatti lui è nel libro, è una delle 60 schede che lo compongono e gli ho chiesto di poter usare la foto e lui mi ha gentilmente concesso, mi ha fatto questo regalo e sono stata euforica per giorni.

Se ti chiedessi di associare un’opera d’arte ai giudici di X Factor?

Che strano! È difficile sai. Mika più che un’opera d’arte è una Wunderkammer, (Camera delle meraviglie, ndr), è una di queste collezioni di curiosità, di cose incredibili che nessuno conosce. Ha una cultura spaventosa e lo sguardo di un bambino che vuole conoscere sempre di più. Mika, più che un’opera, è una collezione intera, l’ala più curiosa di un museo ricchissimo. Manuel Agnelli è il ritratto di un signore barocco, pieno 600, con un’aria molto grave, un’autorevolezza ed eleganza impeccabile, però con lo sguardino infuocato, una roba un po’ alla Rembrandt. Emma è Frida Kahlo, un po’ l’arte necessaria, con quelle espressioni di sé che si portano dietro un mondo intero e dentro il fuoco. Manuelito, proprio perché io mi avvicino al suo mondo, quindi ipermega contemporaneo, del gaming, della realtà virtuale, direi un artista giapponese matto che fa tutte queste miniature di pupazzetti divertenti.

E alla tua vita sentimentale?

C’è una foto di Wolfgang Tillmans, molto bella, che ritrae un backpacker, un viaggiatore con lo zaino in spalla che parla ad un cervo. Chiaramente è una cosa che non si capisce bene, ma c’è una grande volontà di comunicare.

Sui social ‘Stazzitta’ è senza filtri, usa molto spesso un linguaggio colorito ed anche un po’ cinico, c’è invece una parte di Daniela che fai fatica a mostrare?

Io rifiuto qualunque accusa di cinismo, mi tormenta. Io non rinuncio ai sentimenti, non ho nessun odio per i sentimenti, anzi, la mia vita è completamente incentrata sull’importanza dei sentimenti. Il modo in cui io li tratto è diretto ma mai cinico. Sono enormemente tenera e anche molto innamorata dell’amore. Ovviamente c’è tutta una parte di privacy che tengo per me, quindi è chiaro che quello che si vede sui social, come spero accada per la maggior parte delle persone, è il 20% di quello che poi c’è. Proteggo molte cose della mia vita che non finiscono sui social, perché ovviamente non tutto è condivisibile con gli sconosciuti e fortunatamente la mia vita è fatta anche di molte persone che non hanno scelto il mio livello di visibilità, quindi, se la domanda è se c’è qualcosa che non vediamo, certo che si! Riguardo al linguaggio so di essere così, un po’ dissacrante, molto diretta e piena di parolacce ma è il modo di smontare questa patina di perfezione dei social. Quindi ogni tanto fa bene vedere la normalità dall’altra parte dello schermo, che ci ha abituati ad un’asticella altissima di perfezione, di bellezza.

ph. Eleonora Proietti

Su Instagram è molto famosa la tua terapia di gruppo, molte domande riguardano soprattutto le delusioni sentimentali. Tu come le affronti? Riesci davvero a mettere in pratica i consigli che dai alle tue follower?

Le delusioni le affronto in due modi, uno con le persone che mi vogliono bene che sono la cosa più importante che ho nella mia vita e se sono ancora viva fisicamente lo devo alle 5/10 persone che mi tengono in piedi. Sono molto fortunata ad essere amata in un modo così puro e potente dalle persone che ho intorno. E la seconda, che è una cosa che consiglio sempre, che è diventato quasi un mantra, è la terapia. Per me l’unica via è conoscersi anche nella delusione, nella fine delle cose, anche nella sofferenza e da li ripartire.

Sembra essere un periodo davvero fortunato della tua vita… una delle domande forse più complesse: sei felice?

Si, sono molto felice!

 

@PhotoCredits Eleonora Proietti