“Sono orgoglioso ogni giorno di più, perché mi scopro sempre più innamorato dell’Italia e soprattutto orgoglioso della risposta dei cittadini, quindi ce la faremo senz’altro“. Comincia così il messaggio social con il quale il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, invia agli italiani i suoi auguri di un buon Natale. “Siamo consapevoli – aggiunge il premier -. Sarà un Natale diverso, ma non meno autentico“.
Il 2021 e la certezza del vaccino
Va a chiudersi, fra pochi giorni, un anno 2020 che resterà nella memoria di tutti come l’annus horribilis della pandemia del Covid. Una tragedia che tocca tutto il mondo – recentissima la notizia che il virus ha colpito i ricercatori di una base cilena in Antartide, l’unico continente ancora immune finora – e che non accenna ad attenuarsi. Si teme, anzi, una terza ondata con i primi mesi del nuovo anno. Qualcosa che, a oggi, non si può escludere a priori. Dal canto suo l’Italia attende il vaccino e da gennaio comincerà la campagna vaccinale più grande nella storia del nostro Paese.
La riapertura delle scuole
Si calcola che entro l’estate 2021 potranno aver ricevuto il vaccino oltre 40 milioni di italiani, pari a oltre i due terzi della popolazione. Un livello che gli scienziati giudicano sufficiente per il raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge, ovvero la capacità per un gruppo di individui o per un’intera popolazione di resistere a un’infezione. Con l’avvio del 2021 Giuseppe Conte auspica e annuncia anche il rientro a scuola per i ragazzi delle superiori. La ripresa delle lezioni in classe avverrà dal 7 gennaio. Non dappertutto ma inizialmente almeno in un 50% di istituti scolastici.
Il varo del Recovery plan
La vera spina nel fianco del premier però è un’altra. Conte sta lavorando per evitare una crisi di governo. Per questo ha già pubblicamente dichiarato l’obiettivo di portare in Consiglio dei ministri entro fine anno il Recovery plan. Si tratta del progetto di spesa degli stanziamenti del cosiddetto Recovery fund europeo (il nome formale è Next Generation EU) da presentare a Bruxelles. Tutti i Paesi dell’Unione devono presentarlo e alcuni, come la Francia lo hanno già fatto. L’Italia è accusata da alcuni osservatori di essere in ritardo. “Dovremo confrontarci con la società civile e le parti sociali, nuove generazioni, mondo femminile” ha detto Conte ospite di Bruno Vespa a Porta a porta. La priorità, ha spiegato, è non perdere altro tempo.