Piccole novità positive sul Coronavirus in Italia. L’indice di trasmissibilità Rt torna a calare. Non accadeva da 5 settimane consecutive. Un lungo periodo in cui la corsa del virus non si è mai fermata. Adesso invece, uno stop. È di nuovo sotto la soglia limite dell’1, infatti, l’indice Rt: a quota 0,97. Il dato emerge dalla bozza del report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità (Iss), oggi 22 gennaio.

La curva rallenta

Primi segnali di miglioramento, dunque, della curva epidemiologica in Italia. Si osserva, in particolare, “una lieve diminuzione dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni“, con 339,24 casi per 100.000 abitanti nel periodo 4-17 gennaio contro i 368 per 100.000 dei 14 giorni precedenti. Rimane stabile, inoltre, la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (31,5% contro 31,4% della settimana precedente).

Allerta nelle Regioni

Questa settimana, è scritto ancora nel report delle autorità sanitarie, si osserva in Italia “un miglioramento del livello generale” della situazione. Tuttavia ci sono ancora nove Regioni “a rischio alto di un’epidemia non controllata e non gestibile o a rischio di progressione nelle prossime settimane”. Complessivamente, “sono 4 le Regioni con una classificazione di rischio alto, 11 con rischio moderato e 6 con rischio basso. Due Regioni – la Sicilia e la Puglia – hanno un indice Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore. Questo significa che l’indice è compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre hanno un Rt puntuale compatibili con uno scenario di tipo uno”.

Le terapie intensive

“Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale – si legge nel documento – è sceso sotto la soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.636 (12 gennaio 2021) a 2.487 (19 gennaio). Il numero di persone ricoverate in aree mediche è addirittura in diminuzione. Passa, cioè, da 23.712 (12 gennaio 2021) a 22.699 (19 gennaio). Tale tendenza a livello nazionale – avvertono gli esperti – sottende però forti variazioni fra le regioni. In alcune di esse il numero assoluto dei ricoverati in area critica e il relativo impatto, uniti all’incidenza, impongono comunque misure restrittive”.