Il primo abito con cui si apre il video digitale della nuova collezione Haute Couture per la prossima estate, è decorato da un maxi fiocco rosa shocking. Omaggio alla fondatrice, Elsa Schiaparelli, che di certo oggi avrebbe amato senza riserve il lavoro di Daniel Roseberry, direttore creativo della Casa.
Quel decoro apparentemente così classico e soigne, capace di esprime tutta la grazia e la magia da sempre nel dna della Haute Couture, sembra proprio una demarcazione, una linea di confine tra il senso della tradizione e il futuro della più alta e magistrale sartoria. Sotto la gonna di seta nera e luminosa, la linea sirena, sopra il corpetto, da sempre uno dei must della Couture ma questa volta sagomato come una corazza di quelle eroine da saga stellare. E al centro, quel tocco di colore, simbolo e testimonianza di una leggendaria Maison.
Roseberry stupisce e conquista anche stavolta
Alla sua terza prova in Haute Couture per Schiaparelli, un importante capitolo di storia della moda francese oggi saldamente nelle mani dell’industriale italiano Diego della Valle, Roseberry dimostra una nuova e sorprendente maturità. E soprattutto quella capacità di unire le grandi regole di un passato sempre valido, quando si parla di Haute Couture, al futuro. Di rispettare quelle colonne portanti di uno stile e di una storia capace di unire arte moda e cultura e trasmetterle nelle migliore modernità.
Una collezione che tira dritto davanti ai pizzi e merletti di un tempo ma che, al tempo stesso, punta su ricami stratosferici e galattici, in oro come se fossero dei gioielli. Non a caso uno dei punti di forza della collezione. La “Schiap”, con la sua vita da romanzo, li amava. Scenografici e dorati, per illuminare l’amato nero, il colore che oggi in collezione ritorna accanto a sbuffi blu di Prussia e tocchi gold.
“Eppure, per quanto irriverente possa sembrare, tutto questo segue l’eredità della casa e della sua fondatrice”, spiega Roseberry. “Elsa era una grande tecnica, amava i materiali e soprattutto le innovazioni. È stata la prima couturier a utilizzare tessuti sintetici. È stata la prima a incorporare cerniere di plastica nel suo lavoro. La sua ambizione era quella di sperimentare, di essere disobbediente, in tutto: fabbricazione, forma, colore, iconografia”.
Lady Gaga in Schiaparelli all’Inauguration Day di Biden
Un genio creativo che non poneva limiti alla ricerca dell’innovazione, della modernità, della sfida. Di un’estetica, in definitiva, nata per farsi riconoscere, per mostrarsi nel pieno della sua potente bellezza. Proprio come la nuova collezione Spring Summer 2021: stupore, sorpresa, incanto. E tecnica. “Alcune lavorazioni sono inaspettate”, spiega il designer americano oggi di stanza a Parigi. ”I pantaloni di pelle blouson hanno un elastico in vita, il denim del jeans color crema è re-immaginato in seta duchesse délavé e double face, impreziosito da lucchetti dorati pendenti”.
Accorgimenti speciali, silhouette speciali, materiali speciali. Lo testimoniano gli accostamenti shock, il velluto di seta legato al neoprene, il faille di seta, la pelle stampata e un croccante taffettà, ricamati, “incrostati” di ricami gioiello. E se la nuova collezione appare come una prova di altissima artigianalità delle maestranze, della magia che prende vita grazie alle petit mains, alla sapienza artigianale custodita in atelier, un indizio di quell’incanto Roseberry ce lo aveva fornito in occasione dell’Inauguration Day di Joe Biden.
Grazie a Lady Gaga in abito Haute Couture Schiaparelli, una creazione nei colori dell’America, dove anche Elsa aveva vissuto negli anni più importanti, quelli dell’avanguardia artistica di Man Ray e Marcel Duchamp. Realizzato appositamente per lei in solo sette giorni, quel vestito ha fatto sognare il mondo e sperare in un futuro più luminoso e più bello. Una favola? Forse. O forse qualcosa di davvero speciale ma anche molto reale che accade quando si parla di Couture.