Claudio Coccoluto si è spento a 59 anni nella sua casa di Cassino, alle 4.30 di mattina del 2 marzo 2021: lottava da un anno contro una malattia. A dare la notizia della scomparsa è il figlio Gianmaria, che su Facebook scrive: «Il nostro amatissimo papà questa notte ci ha lasciati». Accanto a lui anche la moglie Paola e la figlia Gaia. I funerali si terranno domani, mercoledì 3 marzo, nella Chiesa di Santa Maria Montesanto a Roma.
Chi era Dj Coccoluto?
«Faccio Cose, Ballo Gente»: si descriveva così Claudio Coccoluto nella sua biografia Instagram. “Dj Cocco” citava e parafrasava la nota battuta di Nanni Moretti nel film Ecce Bombo per riassumere con leggerezza 40 anni di carriera e una passione che non l’ha abbandonato mai. Quella per la musica e, forse ancor di più, quella per il clubbing. Un mestiere che proprio nell’ultimo anno si è ritrovato a dover difendere, anche pubblicamente, a nome del settore clubbing tutto: «Quelle luci che tagliano il buio sono state il mio habitat per tutta una vita, non ci sarà nessuna pandemia che mi impedirà di tornarci! Questo pensiero mi viene ogni sabato e lo condivido come un appello per tutti quelli che credono che il Clubbing è “cultura”, è “essenziale”, ed è un lavoro rispettabile come qualsiasi altro».
Un consiglio a chi non ha conosciuto abbastanza Claudio Coccoluto? Fatevi un tuffo nel suo account Instagram. Prima ancora che dentro la sua musica, sì. Dj Cocco era uno che parlava ai giovani e a tutti i professionisti e gli amanti del suo settore in modo diretto, appassionato e semplice: «Purtroppo sono sempre stato dalla parte opposta della tastiera: ragazzi, studiate la musica, impadronitevi della tecnica di uno strumento, sarà come imparare una lingua universale che vi permetterà di parlare a tutto il mondo».
La morte dopo la malattia
Dj di fama internazionale, tra i fondatori dell’ormai storico locale romano Goa, amatissimo nella cultura del clubbing. Con 40 anni di carriera alle spalle, Dj Coccoluto è venuto a mancare dopo aver lottato per un anno contro una malattia. La sua incredibile carriera ha visto il picco proprio negli anni Ottanta, dopo aver iniziato a “giocare” con vinili e giradischi fin da bambino, nel negozio di elettrodomestici della sua famiglia, a Gaeta. Poi il trasferimento a Roma e la fama raggiunta anche lavorando e difendendo senza sosta il suo settore. «Far ballare quello che tu non avresti mai pensato di ballare è l’elemento avventuroso del fare il dj»: questa è stata la sua filosofia di vita, fino all’ultimo.
L’amico e socio Giancarlo Battafarano lo ha ricordato con parole condivise da tutto il mondo della musica e del clubbing, oggi in lutto: “Se ne va il maestro più grande e l’amico di sempre. Ha dato cultura alla musica nei club come dj e artista fuori dal coro”.