Domani 12 marzo Gianni Agnelli avrebbe compiuto cento anni. Non ci saranno eventi per celebrarlo perché la pandemia di Covid non permette manifestazioni e celebrazioni particolari. Ma la sua figura sarà ricordata dalla famiglia e sui media e, perché no, nella mente di molti italiani. Adulti e anziani che non lo hanno dimenticato come capo della Fiat e patron di una irresistibile Juventus, quella dei Platini e Boniek così come di Boniperti e Trapattoni. Il ministero dello Sviluppo Economico emetterà un francobollo commemorativo per l’Avvocato.
John Elkann, l’erede
“Mio nonno intuì il futuro dell’auto” ha detto John Elkann, 45 anni il prossimo 1 aprile, intervistato da Massimo Giannini sulla Stampa. “Intuì e disse prima degli altri che nel mondo dell’auto sarebbero rimasti sei o sette grandi player globali. Oggi, con Stellantis, siamo uno di questi player. È un traguardo importante, ma è un punto di partenza, non di arrivo”. Ed è significativo che lo abbia dichiarato il nipote di Agnelli, designato dal nonno alla guida dell’impero di famiglia quando era un ragazzo e aveva solo 21 anni.
L’ultimo signore d’Italia
Sì perché Gianni Agnelli è stato “L’ultimo signore d’Italia” secondo la definizione del settimanale tedesco Stern, ricordata sull’Ansa da Amalia Angotti. E così adesso c’è il giovane prosecutore dell’opera industriale del “signore d’Italia”. Elkann ha da poco fatto nascere il nuovo maxi colosso dell’auto Stellantis, risultato della fusione tra Fca (la nuova Fiat) e il gruppo Psa (Peugeot e altri). Una risposta alla “chiamata”. Alla capacità del nonno di far grande un’azienda di caratura mondiale.
Simbolo di stile
Ma Gianni Agnelli è stato molto di più. Icona di stile ed eleganza, tifoso appassionato della Juventus e della Ferrari, mecenate delle arti, senatore a vita. Laureato in legge non ha mai praticato l’attività forense, ma è stato l’Avvocato più famoso d’Italia. “Hanno fatto un’inchiesta: novantanove cittadini su cento sanno chi è il Papa, tutti conoscono Gianni”, raccontava Enzo Biagi nel libro Il signor Fiat. Un profilo cosmopolita per le sue relazioni internazionali, ma anche profondamente italiano. Alla morte, il 24 gennaio 2003, lo salutano migliaia di persone.
Era il nipote del fondatore
L’Avvocato si chiamava come il nonno Giovanni, senatore e fondatore della Fiat. Suo padre Edoardo, unico erede maschio, scompare nel 1935 per un incidente aereo quando Gianni era ancora un adolescente. Alla stanza dei bottoni arriva nel 1966 dopo gli anni della “dolce vita”. Aveva 45 anni, l’età del suo erede oggi: John Elkann. Il miracolo economico era finito, arrivava l’autunno caldo. Agnelli si contraddistingue per la sua capacità di mediare tra le parti sociali. Dal 1974 al 1976 è alla presidenza della Confindustria. Poi la crisi e lo scontro sindacale della fine degli anni ’70. Quindi l’accordo con la Libia di Gheddafi, il terrorismo. Negli anni ’80 il rilancio dell’azienda affiancato da Cesare Romiti a cui lascerà la presidenza. Ai successi di imprenditore si affiancano le tragedie private. Il suicidio del figlio Edoardo e la morte prematura del nipote Giovannino.