Giorgio Armani e Gucci trasformano i propri spazi in hub per i vaccini
Dopo Cucinelli anche i due colossi moda aiutano nella campagna vaccinazioni
La moda italiana ha reagito di fronte alla terribile pandemia dimostrando tutta la propria solidarietà possibile. Le Maison si sono attivate sia attraverso donazioni alle strutture sanitarie, sia nella produzione di dispositivi medici, quali mascherine. Ora in questa ultima fase, quella più delicata, i big del fashion mettono a disposizione persino le proprie sedi per sostenere la campagna vaccinale. Così come il lungimirante Brunello Cucinelli. L’imprenditore illuminato, da sempre attento alla dignità morale ed economica dell’uomo, ha organizzato nella sua sede di Solomeo un punto vaccinale. L’ambizioso obiettivo è quello di somministrare circa 1.200 dosi settimanali. Non si sono tirati indietro nemmeno Armani e Gucci. Giorgio Armani per i vaccini ha offerto l’Armani/Teatro, proprio come sede della campagna vaccinale. Gucci ha messo a disposizione invece i propri spazi aziendali per i vaccini dei propri dipendenti e uffici, fabbriche e negozi, oltre 6.000 in Italia.
Giorgio Armani: il luogo delle sfilate si trasforma in hub per la somministrazione dei vaccini anti Covid-19
Dai primi mesi dallo scoppio della terribile epidemia, il famoso stilista italiano si era attivato immediatamente. Il 9 marzo scorso, aveva promosso una donazione di 1 milione e 250mila euro agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano, Spallanzani di Roma e a supporto dell’attività della protezione civile. Ora Armani aiuterà nella campagna vaccinale anti covid-19, come previsto dalla Delibera Regionale n° XI/4401. In particolare, l’attività di vaccinazione, che risponde all’obiettivo di ridurre il lavoro svolto dalle strutture sanitarie, si svolgerà nell’Armani/Teatro.
La prestigiosa sede fin da sempre ospita le sfilate del Gruppo. Proprio lo scorso febbraio 2020 King George aveva deciso di sfilare qui a porte chiuse, dando un forte segnale di responsabilità e lungimiranza. L’Armani Silos che comprende anche una passerella e un’ampia area di posti a sedere, è stato l’elegante scenario di sfilate, performance ed eventi speciali legati alle collezioni della Maison. Situato in Via Bergognone, 59, e parte integrante della sede di Milano, la struttura oggi rappresenta un interessante esempio di architettura, dove la predilezione per l’ordine, il rigore e il minimalismo si fondono in un perfetto equilibrio tra arte e stile. Il suggestivo edificio rappresenta la massima espressione dell’architettura a “griglie” del celebre architetto giapponese Tadao Ando coniugato con il carattere distintivo e con la palette neutra di Armani.
Anche il Gruppo Kering, di cui fa parte Gucci, ha dato disponibilità dei locali propri e di quelli degli altri marchi e aziende del Gruppo per la campagna vaccinale
“La pandemia ci ha messo di fronte a sfide inaspettate , spiega Marco Bizzarri, Ceo e Presidente di Gucci. “Sin da subito abbiamo messo le persone al centro e avviato iniziative per tutelare la comunità in cui operiamo. I nostri dipendenti, i fornitori e offerto supporto al personale sanitario e alle comunità più vulnerabili. Con l’accelerare della campagna vaccinale, cresce il nostro impegno per il Paese dove Gucci è nata: l’Italia. Metteremo, con orgoglio, le nostre sedi a disposizione della campagna vaccinale”.
Il Gruppo lo scorso marzo aveva già elargito due milioni di euro a favore delle campagne promosse dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e al Covid-19 Solidarity Response Fund della Fondazione delle Nazioni Unite a sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. A dicembre, Gucci aveva fatto una donazione di 500mila dollari a nome della propria comunità globale a favore dell’Unicef Usa per contribuire ad una distribuzione del vaccino nelle aree più disagiate del mondo. La moda quindi da Brunello Cucinelli, a Gucci fino a Giorgio Armani si dimostra sensibile al tema dei vaccini, da cui dipenderà fortemente la nostra uscita dalla fine di questo terribile incubo.
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