Abete è il titolo dell’opera di Giuseppe Penone (1947, vive e lavora a Torino) che è stata inaugurata il 25 marzo 2021 in Piazza della Signoria a Firenze. Il 25 marzo è stato infatti il Dantedì, una data che gli studiosi hanno riconosciuto come inizio del viaggio nell’aldilà descritto dall’Alighieri nella Divina Commedia. Un’occasione per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con molte iniziative organizzate da scuole e istituzioni culturali. L’edizione del 2021 è ancora più significativa, perché ricorre il settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta.

A giugno una mostra di Penone agli Uffizi

La grande installazione costituisce un’anticipazione di Alberi In-versi, la mostra dedicata a Penone che si terrà agli Uffizi dall’1 giugno al 12 settembre. Anche questa personale verterà sulla tematica della natura, con particolare attenzione nei confronti degli alberi, in quanto, a sua volta, si tratta di una tematica assai ricorrente anche nella Divina Commedia. Per esempio, ai versi 29 e 30 del Canto XVIII del Paradiso del poema dantesco, si parla dell’«albero che vive de la cima / e frutta sempre e mai non perde foglia». L’albero deve essere inteso quindi come elemento di congiunzione tra il mondo corporeo e concettuale, tra materia e idea. Pertanto – con i suoi rami metallici protesi verso il cielo – anche Abete deve essere letto come metafora del Paradiso.

Giuseppe Penone
Abete, 2013
acciaio inossidabile, bronzo
2240 × 600 × 600 cm
Photo by Ela Bialkowska, OKNOstudio
Photo Courtesy Associazione Arte Continua APS

“Abete”: il significato della grande scultura

Il tronco e i rami sono stati realizzati con una fusione di acciaio inossidabile, avvolta da un reticolo che conferisce all’installazione un senso ascendente: i 18 elementi che lo formano sono stati modellati in bronzo, con un procedimento di fusione da calchi di bambù. Giuseppe Penone nel corso della sua lunga carriera si è soffermato spesso sullo studio degli alberi, in quanto ricordo di una giovinezza trascorsa tra i boschi delle Alpi Marittime. Egli è sempre stato affascinato dalla loro spontanea propensione verso l’alto, sviluppata per mezzo di cerchi concentrici che si risolvono in rami che guardano verso il cielo.

Tuttavia, Abete riflette anche l’interesse di Penone per gli aspetti ambientali dell’arte, soprattutto in relazione allo spazio urbano. Quella scultura alta oltre 22 metri, infatti, rappresenta il legame tra la cultura e la natura, tra il tempo della storia e quello della vita, tra passato e presente. Non a caso l’artista ha dichiarato: «Abete in Piazza della Signoria indica lo sviluppo del pensiero che è simile alla spirale di crescita del vegetale».

Le polemiche

Evidentemente il direttore degli Uffizi Eike Schmidt si aspettava già prima della presentazione al pubblico delle critiche per l’opera di Penone nella piazza fiorentina, poiché in conferenza stampa ha detto: «L’arte contemporanea in piazza della Signoria ha conosciuto dibattiti anche accesi, fin dai tempi del David di Michelangelo e dell’Ercole e Caco di Baccio Bandinelli: questo è sempre stato un segno della vivacità dei fiorentini, che in questo periodo potranno meditare (e perché no, polemizzare) sui molti significati dell’installazione di Penone. Rimane comunque il fatto che questo “albero dantesco”, che nell’intenzione dell’artista si rifà ai versi dell’Alighieri, mescola un’idea astratta della natura – non a caso in metallo – alla concretezza tutta petrosa del centro di Firenze». E infatti, queste critiche non hanno tardato molto ad arrivare, soprattutto sui social.

 

INFORMAZIONI

Abete

Giuseppe Penone

Piazza della Signoria, Firenze

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