Si delineano gli interventi che andranno a modificare l’ultimo decreto anti Covid del governo Draghi. Il coprifuoco resterà anche se quasi certamente lo si posticiperà dalle 22 alle 23. Sul fronte del Recovery plan entro fine maggio l’esecutivo varerà due provvedimenti tesi a semplificare e velocizzare le procedure, in particolare per ciò che riguarda gli appalti sui cantieri.
Si allentano le “maglie” serali
Il coprifuoco sarà posticipato molto probabilmente alle 23. Il settore del wedding ripartirà a metà giugno mentre i centri commerciali potranno tornare ad accogliere clienti anche nei fine settimana. Forse già dal 22 maggio. E non è escluso che si arrivi ad una revisione dei parametri che determinano il cambio di colore delle Regioni. Al posto dell’Rt diventerà determinante l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Si attende che il governo, consultate le forze di maggioranza, prenda le sue decisioni entro i prossimi giorni.
Ma i numeri “veri” si vedranno il 14
Serve comunque quel principio di gradualità e prudenza più volte sottolineato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Le cifre dell’epidemia per ciò che è avvenuto a partire dalle riaperture del 26 aprile, si cominceranno a vedere solo con il monitoraggio di venerdì prossimo 14 maggio. Ed è questo il motivo principale per il quale non ci sarà l’eliminazione totale delle misure, a partire dal coprifuoco, come vorrebbero parte del centrodestra, Iv e buona parte delle Regioni.
Le scadenze del 20 e del 31 maggio
Per quanto riguarda il Recovery plan, Palazzo Chigi si è dato delle scadenze: 20 e 31 maggio per partorire due decreti. L’obiettivo è semplificare e facilitare le procedure burocratiche sulle opere pubbliche. Il primo provvedimento (Semplificazioni) ha il compito di superare gli ostacoli su bandi e autorizzazioni. A partire da quelle per l’impatto ambientale necessarie per ogni opera. Per gli appalti dovrebbero esserci controlli preventivi più rapidi da parte della Corte dei Conti. E un maggior dialogo tra le banche dati dei vari enti coinvolti. Per il Superbonus al 110% per le ristrutturazioni edilizie sono stati annunciati requisiti meno severi.
Il secondo provvedimento riguarda la governance, sottolinea SkyTg24: ovvero chi gestirà denari e interventi. La realizzazione delle opere farà capo a ministeri, Regioni e Comuni. A monitorare l’attuazione dei lavori sarà il Ministero del Tesoro.