Sono quasi 2500 le pagine del Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia (il Pnrr), accompagnato dai relativi allegati, inviati alla commissione Europea. Nel documento si ricorda che “il Governo intende richiedere il massimo delle risorse del Recovery, pari a 191,5 miliardi di euro”. Il 70% delle sovvenzioni è già fissato dalla versione ufficiale del Regolamento, mentre la rimanente parte la si determinerà entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del Pil degli Stati membri”.
Le Missioni del Piano e il loro importo
Ricordando le sei missioni, il Piano definisce gli importi che andranno a ciascuna. Ci sono 59,5 miliardi per la rivoluzione verde e transizione ecologica. Ma anche 40,3 miliardi per la digitalizzazione, innovazione, competitività cultura e turismo. Quindi altri 30,9 miliardi per l’istruzione e ricerca. E infine 25,4 miliardi per le infrastrutture di mobilità sostenibile, 19,8 miliardi per l’inclusione e coesione e 15,6 miliardi per il capitolo salute.
Scadenze rigorose
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrà vedere la sua ”effettiva attuazione” entro il 31 agosto del 2026. Il regolamento, si ricorda, stabilisce delle “scadenze rigorose, non solo per la definizione, la presentazione e l’approvazione formale di piani nazionali di recupero e resilienza”. Da inviare entro il 30 aprile 2021, cosa che è stata fatta ”ma anche per la loro effettiva attuazione entro il 31 agosto 2026”.
La Cabina di regia a Palazzo Chigi
Presso la presidenza del Consiglio dei ministri starà istituita una Cabina di regia con il compito di ”verificare lo stato di avanzamento del Pnrr e lo stato di avanzamento” del Piano. In generale, si spiega, sono tre le fasi di attuazione: si parte con la realizzazione degli interventi, che le rispettive singole centrali amministrazioni (ministeri, regioni ed enti locali) dovranno fornire, nell’ambito delle rispettive competenze. La seconda fase prevede il coordinamento centrale del Pnrr per il monitoraggio e il controllo. È prevista, a questo proposito, l’istituzione di un’apposita struttura presso il ministero dell’Economia, che costituisce il punto di contatto con la Commissione europea per il Pnrr. Terza fase, quindi, l’istituzione di una sala di controllo del Pnrr a palazzo Chigi “con il compito di assicurare il monitoraggio dello stato di avanzamento del Piano”.