Cannes 74, il Festival celebra la forza delle donne, tra Jodie Foster e Juliette Binoche
Dal film sull'eutanasia con Sophie Marceau al premio alla carriera di Jodie Foster: il Festival è donna
Tra sfavillanti red carpet che hanno infuocato la Croisette e lungometraggi destinati a far parlare di sé, i primi due giorni del Festival di Cannes 74 non hanno deluso le aspettative. In particolare, protagonista indiscussa delle due giornate è stata Jodie Foster. L’interprete due volte Premio Oscar è stata insignita, in occasione della prima giornata, della Palma d’Oro alla carriera, consegnata a sorpresa da Pedro Almodovar. Ieri sera, inoltre, è spettato proprio a lei il compito di inaugurare i tanto attesi Randez Vous, che domani assisteranno alla presenza di Matt Damon. L’interprete statunitense non è l’unica ad aver attirato su di sé la luce dei riflettori. Nel corso della seconda serata, infatti, anche Sophie Marceau e Juliette Binoche
Cannes 74, “è il momento giusto” per Jodie Foster
Che fosse un’edizione storica si era già capito fin da prima dell’inaugurazione. Già a partire dalla giuria, infatti, che assiste ad una netta maggioranza di rappresentanti femminili, il Festival di Cannes 74 si apre sotto l’ideale della “rivendicazione”. Non solo del grande schermo, a seguito della crisi comportata dalla pandemia, ma anche dalla sfida, ben più secolare, delle registe, delle attrici e delle sceneggiatrici che lottano per vedere affermato il loro lavoro.
“È il momento giusto” – più Jodie Foster nella sala Bunuel del Palais du Festival lo ha ribadito, durante il primo Randez Vous dell’edizione. “Mai come ora a Hollywood e nel mondo del cinema c’è l’occasione di farsi valere, la possibilità dopo anni di lotte, di vedere rappresentati tutti. È il momento giusto per raccontare nuove storie perché le cose sono completamente cambiate, le prospettive per le donne sono completamente diverse. Posso dirlo con certezza” – prosegue infine, illuminando Cannes 74 di una nuova luce. Anti-diva per eccellenza, la Foster ha sfilato scalza sul red carpet al fianco della moglie, Alexandra Hedison. Dopo 45 anni dalla Palma d’Oro a Taxi Driver di Martin Scorsese, l’interprete è tornata nuovamente a salire i gradini della Montée des Marches. Quella ragazzina di un tempo ha lasciato spazio a una donna, adulta, consapevole e, soprattutto, libera. Passata anche lei da tempo dietro la macchina da presa, ha ammesso: “Ho avuto tanti padri cinematografici, quello che mi è mancato sono stati esempi di donne al comando nel nostro mondo. Da ragazza se c’era una donna sul set era la truccatrice a parte le attrici. Ho imparato a non aver paura di essere forte, di prendere decisioni.”
Cannes 74, la “denuncia” di Juliette Binoche e l’inno alla vita Sophie Marceau
L’ex enfant prodige non è stata l’unica a distinguersi sulla Croisette. Nella serata di martedì 7 luglio, infatti, sul red carpet ha sfilato anche Sophie Marceau, protagonista di Tout s’est bien passe. Nuova fatica cinematografica di François Ozon, ha fatto il suo debutto nella seconda giornata della kermesse. Con un cast quasi interamente al femminile, che oltre alla Marceau ha visto Charlotte Rampling, Hanna Schygulla e Andrè Dussolier, racconta una storia di sofferenza, che assume i tratti inediti di un inno alla vita e alla dignità umana, affrontando il tema dell’eutanasia. Trasposizione cinematografica del romanzo-verità di Emmanuèle Bernheim, il film racconta la vicenda dell’autrice – interpretata da Marceu – che accompagna il padre malato verso una fine vissuta degnamente. “Emmanuele ama la vita, profondamente ed è anche una donna generosa, vitale, non si tira indietro mai, ecco perché accetta l’inaccettabile, per amore del padre di cui vuole essere supporto fino alla fine.” – così l’interprete ha descritto il personaggio, che dunque tiene le fila dell’intera pellicola.
Il rispetto per la dignità umana passa, pur affrontandolo attraverso un’altra prospettiva, anche per Ouistreham. Per la regia di Emmanuel Carrère, il progetto ha inaugurato Quinzaine des Réalisateurs a Cannes 74. Interpretato da Juliette Binoche, anche in questo caso si tratta di una trasposizione, dal romanzo-inchiesta della giornalista Florence Aubenas. L’opera ripercorre la storia di una scrittrice “infiltrata” che presterà servizio per un’impresa di pulizie. Qui porterà alla luce una realtà di soprusi, diritti negati e precariato. Ne emergerà un ritratto di donne degradate, costrette a lavorare in condizioni spesso disumane, raccontate con grande dignità e delicatezza dalla Binoche. Ed è cosi che Hélène Lambert, che interpreta una cleaner, descrive l’interprete: “Juliette ci ha preso come eravamo. È una star mondiale e si è adattata al nostro ambiente, si è messa al nostro livello“.
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