In questi giorni il frontman della band del momento è semplicemente apparso in foto con un taglio di capelli diverso, che ha scatenato il web in un coro internazionale di “Wait – what happened to Damiano’s hair?”. Che la carica erotica di Damiano David sia stata incrinata dal nuovo look è opinione così unanime da essere quasi un dato di fatto. Alla foto, cover promozionale dell’imminente lancio del videoclip officiale di I wanna be your slave, è seguito un altro scatto che potrebbe essere non solo una provocazione, ma soprattutto una presa di posizione. E allora viene da chiedersi: siamo sicuri che stiamo parlando solo di un taglio di capelli sbagliato?
I Måneskin non hanno mai lasciato niente al caso
Sono la band del momento su scala internazionale. E praticamente non hanno sbagliato una mossa dall’inizio della loro apparizione sulla scena televisiva e musicale. Hanno calibrato l’uso dei social network e delle apparizioni pubbliche, scelta intelligente quanto complessa e rischiosa, nell’epoca dominata appunto dai social. Hanno calato un velo di riserbo sulla loro vita privata, lasciando che montasse il dubbio sui rapporti interni alla band (chi sta con chi – chi è etero o gay: e via con le cosiddette ship), ma senza mai avallarlo o confermarlo.
Damiano David è stato praticamente inattivo sul suo account Instagram dai tempi dell’esordio ad X Factor fino alla vittoria all’Eurovision. Una presa di posizione, anche questa, che voleva dire: non amo quello che circola sui canali virtuali, ascoltateci su Spotify, ma non aspettatevi da me selfie o stories. Poi i numeri hanno iniziato ad alzarsi e, letteralmente, a straripare. Il passaggio dai circa 600k iniziali ai 4,9 milioni attuali non lo puoi ignorare neanche se mal tolleri i social. E Damiano ha iniziato ad usare Instagram (con parsimonia), forte anche di uno zoccolo di pubblico e consenso sempre più solido. Sarebbe stato fallimentare ignorare la portata dell’engagement, a quel punto: se hai una community internazionale devi veicolare determinati messaggi anche al di là della musica.
Bisessualità, fluidità e vita privata
Ed è qui che anche la vita privata inizia a prendere forma (perché se pensate che sia solo gossip, siete fuori strada). Il frontman dei Måneskin ha nascosto e protetto la sua relazione con Giorgia Soleri per ben 4 anni, ma dopo la popolarità clamorosa scaturita dall’Eurovision, ha fatto uscire allo scoperto la storia. E anche questa sembra una presa di posizione, su diversi fronti. Potrebbero esserci, insieme, la volontà di liberarsi da paparazzi e cronaca rosa alla ricerca dello scoop, e quella di ridimensionarsi come oggetto desiderabile e raggiungibile (fan delusi quando scoprono che il proprio idolo non è single: storia nota), facendo sempre più spazio al lavoro discografico e a resto della band.
D’altra parte è un “uscire allo scoperto” in linea con l’immagine che i Måneskin stanno definendo, qui e ora. E infatti mentre lui, in Polonia, baciava Thomas Raggi in risposta all’omofobia radicata nel Paese che li accoglieva sul palco, la sua fidanzata dichiarava di essere bisessuale in social-visione. Notizia rilanciata ovunque, da molti gossippari con il gusto (ancora) dello scandalo, ma dalla maggior parte del pubblico accolta come la certificazione di una nuova frontiera. In breve: nell’arco di un mese Damiano è diventato il fidanzato in tacchi e kajal che fa pole dance (e che tutt* vogliono). E ha mostrato al mondo una compagna che non è da meno: una giovane donna che parla della sua vulvodinia e fa sensibilizzazione, ufficialmente bisessuale, impegnata su un terreno di battaglia che nulla toglie ai Måneskin, anzi.
Come nel vero star system, non sembra azzardato pensare che anche il ruolo di Soleri sia stato soppesato, in attesa che la band definisse almeno paio di linee guida della propria immagine pubblica. In partenza qualsiasi fidanzata avrebbe anche potuto inibire lo sciame di fan (groupies del web che sognano, desiderano e proiettano fantasie su Damiano) ostacolando, di conseguenza, il ruolo stesso di Damiano: sex symbol, ma simbolo, soprattutto, di un erotismo fuori degli schemi e assolutamente contemporaneo.
La narrativa Måneskin/Damiano è simbolo dei nostri tempi, non della tradizionale scuola rock
Hanno provato ad affibbiargli un certo machismo che ha sempre rifiutato (vedi intervista a Le Iene, in cui minimizza qualsiasi tentativo di farlo apparire come un conquistatore seriale e sottolinea, anzi, che quel ruolo spetta casomai a Ethan). Essere un donnaiolo non ha a che vedere con la fluidità sessuale di cui si fa portatore. Essere un amante di alcool e droghe entrerebbe in conflitto con l’immagine stakanovista che la band ha scelto in principio, quella di giovanissimi outsider partiti dalla strada e chiusi in sala giorno e notte per ‘rivoluzionare la musica’. Quella della vecchia scuola di rocker è una narrativa che, loro, hanno sempre preso con le pinze.
Nonostante la valanga di ‘ma allora non siete davvero rock’, hanno accettato, senza battere ciglio, di rimuovere le parolacce dal testo di Zitti e buoni per partecipare all’Eurovision (vale a dire: privilegiare quel palco anziché le etichette di genere). Nonostante i vari ‘Mick Jagger si sta vergognando per voi’, hanno proposto di sottoporre Damiano al test tossicologico dopo l’Eurovision (vale a dire: smentire una fake news anche se drogarsi in diretta mondiale sarebbe stato più rock che raccogliere i vetri di un bicchiere rotto).
Cosa non torna nella questione capelli
Il fenomeno Måneskin è tanto virale quanto strategico. Strategico in modo intelligente, a mio avviso, e più nobile di tutti gli altri. È ragionato e sta riuscendo come pochi. Lo dimostra, in ultimo, quello che stanno seminando ad ogni tappa del tour europeo, sempre senza scadere nello scandalo. Lo dimostra il fatto che Victoria De Angelis sta rilasciando più interviste di Damiano, riappropriandosi del ruolo di fondatrice e mente della band e acquistando terreno nel dibattito sul girl power. Lo dimostrano addirittura le nuove foto ufficiali della band, in cui Ethan e Thomas sono sempre più spesso protagonisti, posizionati in primo piano anziché ai margini, come valletti di Damiano.
Insomma, per quanto siano molto più bilanciati di molte altre band della storia, Damiano è una calamita naturale incontenibile. Gli altri tre hanno un’identità forte che funziona soprattutto se unita a quella omogenea, attuale e glam che la band è riuscita a crearsi (soprattutto grazie a Vic). Ma quella di Damiano è una non-identità, un’identità trasversale che sta bene su tutto, su qualsiasi genere ed età, perfino su qualsiasi cultura e paese (Eurovision docet). Avvantaggiato del ruolo di frontman, ma soprattutto da un erotismo innato che cattura metà dell’attenzione e fa vacillare i più insospettabili, rischia d’essere una presenza ingombrante. Tuttavia, distaccandosi di nuovo da una narrativa egocentrica che ha fatto sciogliere le migliori band, Damiano forse non vuol essere ingombrante. Non vuole rubare la scena a nessuno.
La promozione di I wanna be your slave
L’uscita del videoclip ufficiale di I wanna be your slave giocherà un ruolo significativo in questo exploit che i Måneskin stanno fronteggiando. Per promuoverlo, Damiano si è presentato al pubblico con un taglio di capelli nuovo (e sbagliato, almeno in apparenza guardando la reazione dei social). Tre giorni dopo la band ha pubblicato una foto in cui Victoria indossa abiti maschili e Damiano della lingerie, tacchi a spillo e calze a rete: “I wanna be your sex toy, I wanna be your teacher”. Nonostante la provocazione, forse stavolta siamo in molti ad aver guardato tanto Victoria quanto Damiano. Ad aver prestato più attenzione alla barriere che questo scatto vuole prendere a calci, al fatto che potrebbe essere la loro risposta mediatica al dibattito sul Ddl Zan, per esempio.
Capiamoci: è possibile che per quella frangetta Damiano David abbia imprecato contro il suo barbiere come è capitato a me, quando per aver chiesto un taglio alla Françoise Hardy ne ho ottenuto uno alla Gabry Ponte dei tempi di Blue (Da Ba Dee). Ma non sembra così folle pensare che, piuttosto, anche questa sia stata una mossa ponderata. Per sentirsi dire che è più bravo che sexy? Per ridistribuire l’attenzione (al suo picco massimo) sui temi che stanno definendo il ruolo della band a livello internazionale? Perché questo luglio è più caldo del solito e cosa non si fa per stare più freschi? Andiamo, su: Sansone era un tipo discutibile, ma mica si è tagliato i capelli da solo.