Ddl Zan, scontro aperto in Senato. Ma i tempi si allungano: tutti gli scenari
La legge contro l'omotransfobia, già approvata alla Camera, è al centro di una prova di forza su identità di genere ed educazione gender nelle scuole
Ricomincia oggi 14 luglio la battaglia parlamentare sul ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia, il cui primo firmatario è il deputato dem Alessandro Zan. Al Senato prima seduta molto movimentata, ieri 13 luglio. La vittoria se la sono aggiudicata i sostenitori del testo che non torna in Commissione ma va avanti nel suo iter in Aula. Respinte, infatti, le pregiudiziali di costituzionalità, presentate da Fratelli d’Italia (FdI) e Lega: 124 i sì e 136 i no; 4 gli astenuti. Il provvedimento, dunque, prosegue il suo cammino, ma lo stallo politico, se possibile, cresce ancor di più.
Su fronti opposti
Gli schieramenti sul ‘campo di battaglia’? Sempre gli stessi, è muro contro muro: Forza Italia, FdI e Lega contro il provvedimento; Pd, M5s, LeU a favore del testo approvato dalla Camera. Italia viva e Autonomie sono invece i gruppi che, di fatto, fanno da ago della bilancia. Nessun accordo sembra possibile, al momento. I pontieri sono al lavoro. Non è detto però che gli sherpa delle opposte fazioni riescano a trovare un compromesso.
“Serve un patto politico”
Matteo Renzi, alla sua maniera, ha subito posto un aut aut. “O si va a scrutinio segreto ed è un rischio per tutti – ha detto – o ci si assume la responsabilità politica di trovare un accordo che sarebbe a un passo“. Il fondatore di Italia Viva invoca un “patto politico” affinché alla Camera questa legge, ove venisse modificata al Senato, sia nuovamente approvata “in due settimane“. “Se si va allo scontro avrete distrutto la vita di quei ragazzi“, ha concluso riferendosi alle vittime di violenze omofobe.
“No a steccati ideologici”
E malgrado la Lega sia contro il provvedimento, Matteo Salvini invita gli ultras del ddl Zan a cedere qualcosa per portare a casa un risultato certo in tempi rapidi. “Chiedo di superare steccati ideologici e in un mese approviamo una norma di civiltà“. In sostanza quello che viene chiesto è la modifica degli articoli 1, 4 e 7. Esattamente quelli che Pd e M5s non vogliono toccare. Perché, dal loro punto di vista, sono il cuore stesso del disegno di legge. Riguardano infatti la definizione di genere, la libertà di espressione e l’educazione gender nelle scuole con l’istituzione della Giornata contro l’omotransfobia.
Probabile rinvio
“Bocciate le pregiudiziali di costituzionalità, entriamo nel merito del Ddl Zan. Ostruzionismo sconfitto, da adesso in poi ognuno si assume le proprie responsabilità” ha affermato soddisfatta la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia e diritti del Pd, Anna Rossomando. Oggi 14 luglio ricomincia il dibattito al Senato. Il 20 luglio sarà il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti. Sedute di 4 ore e mezzo, ha specificato la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, con sanificazioni di 70 minuti. I tempi, dunque, si allungano. E il rischio che tutto slitti in avanti, a settembre, è più che reale.
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