Sarebbe cominciato con la violazione dell’utenza di un dipendente in smart working l’attacco informatico senza precedenti sferrato ormai da giorni contro la Regione Lazio. E ora si teme che i pirati informatici – che ancora tengono in scacco il Centro elaborazione dati (Ced) – prendano di mira reti energetiche e di telecomunicazioni, Asl e ospedali. “Il rischio zero ho imparato che non esiste. Gli hacker hanno colpito in maniera organizzata, programmata, soprattutto in un momento in cui le modalità di smart working hanno abbassato i livelli di sicurezza per loro natura” ha detto a Italian Tech l’assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato.

“Siamo in guerra”

Quello che è accaduto a noi poteva accadere ad altri – ha continuato – Ciò deve portarci rapidamente a creare quegli argini che possano rendere più difficile valicare questo confine. Io credo che questo sia un tema importante anche per i dati di natura sanitaria“. “Siamo in guerra, come sotto un bombardamento si contano gli edifici rimasti in piedi e quelli crollati“, ha proseguito. Si tratta, ha concluso l’assessore, di “un’azione criminale, che crea danni importanti a tutta la comunità regionale ma non solo. Attaccare Roma e il Lazio è attaccare il nostro Paese“.

I possibili obiettivi di un attacco hacker come alla Regione Lazio

Mentre si lotta contro l’azione di ricatto imposta dagli hacker alla Regione Lazio, ci si prepara a qualcosa di peggio. La Polizia Postale avrebbe già ricevuto un’allerta generale sul fatto che i pirati informatici potrebbero prendere di mira altre realtà istituzionali e non solo. Al centro delle preoccupazioni ora ci sono la gestione delle reti energetiche e telefoniche, le aziende quotate in Borsa, ditte private che gestiscono dati sensibili delle istituzioni. In modo particolare, però, sono gli ospedali e le Asl a dover essere protetti. Potrebbero essere questi, infatti, i prossimi obiettivi degli hacker che hanno bloccato i server della Regione Lazio.

Organismi sotto ricatto

Si è scoperto che quattro mesi fa, scrive sul Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini, i pirati del web hanno attaccato con lo stesso sistema il sito del Consiglio Nazionale del Notariato. Avrebbero sottratto 2 giga byte di dati, poi pubblicati nel dark web, la parte oscura della Rete in cui avvengono traffici di ogni genere e numerose attività criminali. Un danno enorme che altre organizzazioni avrebbero deciso di evitare pagando il riscatto chiesto dagli hacker. Le cifre? Si va da 100 mila euro ad almeno 5 milioni di euro. Somme che i pirati vogliono in criptovalute come i bitcoin.

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