NewsPrimo piano

Rapporto Onu sul clima: “Tutto cambia rapidamente, il peggio deve ancora venire”

Le conclusioni del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) sono drammatiche: se non si fa qualcosa subito, soprattutto dimezzando i gas serra, i nostri figli e nipoti vivranno in un pianeta inabitabile

La Terra come un deserto. O, più semplicemente, come un luogo invivibile. No è una fantasia da incubo, ma uno scenario sempre meno improbabile. Lo certifica il rapporto Onu sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite. “Il peggio deve ancora venire e a pagarne il prezzo saranno i nostri figli e nipoti, più che noi stessi” è l’allarme lanciato nell’introduzione al testo, presentato oggi 9 agosto. La ricetta per riportare il termometro in equilibrio consiste nel dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e portarle a uno zero netto entro il 2050. Se non si inverte la rotta, evidenziano gli scienziati, nel 2030 potremmo arrivare al surriscaldamento globale del pianeta di 3 gradi e nel 2.100 fino a 4.

Onu: “Attività dell’uomo nocive”

L’atmosfera, gli oceani, i ghiacci stanno cambiando a una velocità mai osservata negli ultimi secoli e millenni. Mai così veloce, soprattutto, l’innalzamento del livello del mare. La temperatura media globale del pianeta nel decennio 2011-2020 è stata di 1,09 gradi centigradi superiore a quella del periodo 1850-1900, con un riscaldamento più accentuato sulle terre emerse rispetto all’oceano. “È ormai accertato che le attività dell’uomo hanno causato il riscaldamento del clima – spiega ad Adnkronos Sandro Fuzzi, tra gli autori del sesto Rapporto Ipcc – E che questo sta evolvendo in modo molto più rapido rispetto al passato a causa delle sempre crescenti emissioni antropiche di gas serra, principalmente anidride carbonica (Co2) e metano. Entrambi hanno raggiunto livelli di concentrazioni in atmosfera mai riscontrati negli ultimi 800mila anni”.

Verso la COP26 di Glasgow

Alla pubblicazione del rapporto Onu sul clima hanno lavorato 234 scienziati di 195 paesi riuniti dal 26 luglio a porte chiuse. Si sono svolti negoziati riga per riga, parola per parola. Le previsioni degli esperti delle Nazioni Unite sul clima aggiornano le ultime stilate 7 anni fa. Il tutto mentre si susseguono disastri naturali in varie parti del mondo: dalle inondazioni in Germania e Cina ai maxi incendi nel Mediterraneo e Nord America. “Credo sarà uno dei più importanti rapporti scientifici mai pubblicati“, ha dichiarato sui social la climatologa Corinne Le Quéré. Il documento arriva a tre mesi dalla conferenza sul clima COP26 delle Nazioni Unite a Glasgow (Scozia), ritenuta cruciale per il futuro dell’umanità.

Cosa ci aspetta?

Secondo gli scienziati, intorno al 2050 la temperatura della Terra sarà superiore a quella attuale in tutti gli scenari di emissione considerati. “I livelli di riscaldamento globale di 1,5-2 gradi centigradi al di sopra dei livelli pre-industriali saranno superati entro la fine del XXI secolo – spiega Susanna Corti, tra gli autori del sesto Rapporto dell’Ipcc – ogni mezzo grado di riscaldamento globale provoca aumenti statisticamente significativi nella frequenza e nella durata di estremi di temperatura.” Per dirla in parole povere, “ondate di calore, siccità, precipitazione intense” aumenteranno nel futuro prossimo. Quello che ci aspetta, dati alla mano, è un’Europa, e un Mediterraneo, sempre più caldi e assetati d’acqua.

LEGGI ANCHE: G20 della Cultura, Draghi esalta l’Italia e lancia l’allarme clima: “Siti Unesco in pericolo”

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio