Il Sud Italia in fiamme, tre morti fra Calabria e Sicilia. I vescovi: “Piromani assassini”
Vigili del fuoco al lavoro senza sosta, con l'aiuto dei Canadair, per domare i roghi dalla Madonie all'Aspromonte
Tre vittime: due in Calabria e una in Sicilia. È stata una giornata nera sul fronte degli incendi quella dell’11 agosto. E oggi la situazione richiede ancora l’intervento massiccio di vigili del fuoco e soccorritori. L’Italia brucia, soprattutto al Sud. Le fiamme hanno divorato decine e decine di ettari di bosco in Calabria, Sicilia, Sardegna e Campania.
Incendi, “stato di emergenza”
Un triste bilancio che si aggiunge ai due morti, zia e nipote, sempre in Calabria qualche giorno fa. La Regione chiede ora al governo lo stato di emergenza. “Il tema degli incendi è un’emergenza che deve trovare risposte immediate. Dobbiamo trovare ristori da dare a chi oggi ha perso tutto“, ha assicurato il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, in visita in Sicilia alle comunità colpite dai roghi. Incendi che in parte hanno una matrice dolosa ma che risultano anche frutto della scarsa manutenzione e prevenzione delle distese boschive delle quali è ricca l’Italia.
Morto mentre porta soccorsi
“Abbiamo mappato oltre 40 cause alla base degli incendi boschivi“, spiega il colonnello Marco di Fonzo, comandante del Nucleo Informativo Antincendio Boschivo del Comando Carabinieri Tutela Forestale. Si va “dalle ripuliture dei fondi alle bruciature delle stoppe, e dai comportamenti dei piromani, che sono una percentuale residuale, al vandalismo. È capitato anche di giovani che hanno dato fuoco per vedere in azione la macchina dei soccorsi“. Un agricoltore di 30 anni è morto a Paternò (Catania) schiacciato dal suo trattore nel tentativo di spegnere un incendio in un podere nell’area di Ponte Barca. Stava trasportando una botte piena d’acqua sul suo mezzo che all’altezza di una curva lungo la statale si è capovolto schiacciandolo e uccidendolo sul colpo.
Accerchiati e uccisi
A Pergusa (Enna) le fiamme hanno minacciato un gruppo di case e due famiglie sono state evacuate. Due le vittime in Calabria, la regione più colpita, che ha visto in fumo ettari di bosco sull’Aspromonte. Un uomo, Mario Zavaglia, di 76 anni, è morto nelle campagne di Grotteria (Reggio Calabria). Si era recato nella sua proprietà per accudire il proprio orto in contrada Scaletta, alle falde dei monti della Limina. In pochi minuti le fiamme hanno circondato l’abitazione senza lasciare scampo all’anziano. Sempre in provincia di Reggio Calabria, a Cardeto, un uomo di 79 anni, Nicola Fortugno, è stato trovato morto a causa delle ustioni provocate dall’incendio scoppiato nella zona.
L’anatema della Chiesa
Sono state complessivamente 32, l’11 agosto, le richieste di intervento aereo ricevute dal Centro Operativo Aereo Unificato del Dipartimento della Protezione Civile. Di queste, 10 dalla Calabria, 9 dalla Sicilia, 4 dalla Sardegna, 4 dalla Basilicata, 2 ciascuna dalla Campania e dal Lazio, una dalla Puglia. Circondato dalle fiamme il santuario mariano di Polsi, a San Luca (Reggio Calabria): colti di sorpresa centinaia di pellegrini, evacuati dai pompieri. La protezione civile ha poi chiuso la principale via d’accesso, all’altezza di Gambarie, e di fatto il santuario è isolato. “I piromani sono assassini ambientali. Ma le istituzioni possono e devono fare di più per fermare il fuoco, anche attraverso una coscienza collettiva più attenta e diffusa“, affermano i vescovi della Calabria.
#Canadair in azione sotto il coordinamento del DOS, il direttore delle operazioni di spegnimento. Nel video #vigilidelfuoco al lavoro per fronteggiare l’#incendio della pineta di Calaforno che minacciava il centro abitato di Giarratana (RG). Intervento in corso #11agosto pic.twitter.com/9h8c9ioBCE
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) August 11, 2021
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