Storie e Personaggi

Muro di Berlino, 60 anni fa la frontiera “violenta e disumana”. E la Germania si prepara alle prime elezioni del dopo Merkel

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Il 13 agosto fu un giorno fatale per la Germania e per il mondo“. Così oggi il Presidente della Germania, Frank-Walter Steinmeier, alla cerimonia di commemorazione per i 60 anni dalla costruzione del Muro di Berlino. Per tre decenni il Muro, fino alla caduta del 9 novembre 1989, spaccò letteralmente in due la capitale tedesca. A partire da quella notte del 13 agosto 1961, quando i sovietici cominciarono a tirarlo su (la barriera ebbe 4 diverse ricostruzioni e rafforzamenti). La Guerra Fredda era ormai esplosa e i sovietici volevano arrestare a tutti i costi il fiume di persone che scappavano verso il settore occidentale della città. Lo fecero circa 2,6 milioni di tedeschi dell’est che passarono a ovest tra il 1949 e il 1961.

Muro di cemento e di morte

Con l’edificazione del Muro Berlino non c’era più. Si consolidava di qua l’area della città sotto il controllo degli Alleati: americani, inglesi e francesi. Di là quella controllata dai russi. Nascevano Berlino Est, con la già esistente Ddr comunista (la Repubblica democratica tedesca) e Berlino Ovest, nella Repubblica federale tedesca filoccidentale, e tra i paesi fondatori della Comunità economica europea (Cee), che per capitale aveva Bonn. Il Muro era un manufatto gigantesco, in calcestruzzo armato, lungo circa 156 chilometri e alto circa 4 metri, composto da due muri paralleli uniti da terrapieni – le cosiddette strisce della morte – e chiuso da fortificazioni militari, bunker e reticoli di filo spinato. Il Muro non soltanto sventrò la capitale della Germania ma divise case e famiglie da una parta e dall’altra della frontiera. Si contano a centinaia le persone uccise dai militari della Ddr perché avevano tentato di fuggire attraversando la barriera.

Il Muro in costruzione (foto Twitter @FXMC1957)

Divisione del mondo e delle persone

Il Muro di Berlino ha letteralmente cementificato la divisione del mondo“, ha affermato il Capo dello Stato tedesco, Frank-Walter Steinmeier, sottolineando quanto “violenta e disumana” fosse questa divisione. Una frontiera che impediva i contatti fra parenti, separando le famiglie e gli amici. Era nata, quel 13 agosto 1961, la cosiddetta cortina di ferro, emblema della Guerra Fredda tra la Nato guidata dagli Stati Uniti, da una parte, e i paesi del Patto di Varsavia, satelliti dell’Unione Sovietica.

Muro, “una sfida che resta”

Nel parlare oggi alla Bernauer Strasse, presso il Memoriale del Muro, Frank-Walter Steinmeier ha sottolineato che la memoria degli avvenimenti del 13 agosto segna “una sfida che resta” per sempre.Libertà e democrazia non sono date per natura e non sono per sempre raggiunte“, ha ammonito il Presidente. “Servono impegno e passione per conservarle“, ha incalzato, “pensateci quando voterete ora di nuovo“.

Nel corso del tempo parti del Muro sono state istoriate di graffiti da artisti di tutto il mondo

Germania verso le elezioni

Come è noto, infatti, i tedeschi sono chiamati alle urne per le elezioni politiche generali il prossimo 26 settembre al fine di rinnovare il Parlamento. Per la prima volta dopo sedici anni la cancelliera Angela Merkel, che da tempo ha annunciato il suo ritiro, non si ripresenterà. Stando ai più recenti sondaggi, di appena due giorni fa, la Cdu del candidato cancelliere Armin Laschet è in calo al 23%, al secondo posto si collocano i Verdi (20%) guidati da Annalena Baerbock, e al terzo una sorprendente Spd del vicecancelliere Olaf Scholz al 19%, il valore migliore raggiunto dall’aprile del 2018. Alternative für Deutschland (AfD), la formazione di ultradestra accusata di simpatie neonaziste, cresciuta molto in questi ultimi anni, si attesta al 10%.

La doppia barriera del Muro di Berlino, fra est e ovest della città, nel 1978

 

LEGGI ANCHE: Germania devastata dalle inondazioni: oltre 130 vittime. Crolla una diga nella Ruhr, centinaia di evacuati

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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