Daniele Silvestri nasce nel 1968 ed è come se si portasse dietro l’impegno e la cifra di quegli anni. Certo modernizzati e alla sua maniera. E che sappia come dirle certe cose, si capisce fin dall’esordio, datato 1994 con l’album omonimo Daniele Silvestri che si aggiudica il Premio Tenco come migliore opera prima dell’anno. 365 giorni e all’improvviso si presenta sul palco di Sanremo – segnatevi anche questo, perché ogni partecipazione porta con sé la hit dell’estate – seduto su uno sgabello, con alcuni cartelli colorati: un ‘tazebao umano’ che canta la splendida L’uomo col megafono. Successo discografico e Premio Volare come miglior testo letterario. La stessa estate ci sorprende con la hit – dolcissima – Le cose in comune, ancora Premio Tenco.

Nel 1996 ti aspetti ancora una love song lieve e profonda, e invece ne arriva una – immancabile ai suoi concerti – Cohiba, dedicata a Ernesto “Che” Guevara, che in fondo una dedica dal cuore di molti come fosse amore se la merita. L’anno successivo sale per la prima volta sul palco del Primo Maggio: due emozioni grandi per uno che crede in certe cose, ed è ‘romano de Roma’.

Cantare a Teatro e scrivere per il Cinema by Daniele Silvestri

Non solo musica live: arriva il teatro in una triplice veste autore (a quattro mani con RoccoPapaleo), attore (sempre al fianco del lucano) e cantante nello spettacolo Rosso fiammante bloccato neve dubbio vetro tesi infinito. Collabora al disco di Papaleo Che non si sappia in giro e nel ’97 è autore delle canzoni di Frankensteinmusical, un musical di Antonello Dose, Marco Presta e Tullio Solenghi.

Compone le musiche del film Barbara con Valerio Mastandrea, e recita in un cameo se stesso. Ma nel 1999 torna a San Remo ed come la scorsa volta ancora un doppio successo in gara con Aria portando il tema della pena di morte all’Ariston (Premio della Critica Mia Martini e miglior testo) e dalle radio una nuova hit Amore mio”.

Silvestri e la formula Sanremo

Non c’è due senza tre e nel 2002 al Festival sgancia la terza idea geniale. A questo punto bisogna riconoscere che esista una ‘formula Silvestri a Sanremo’. D’accordo Salirò  sarebbe stata una hit anche senza, ma la serata finale con l’attore-ballerino Fabio Ferri in pieno stile ‘Febbre del sabato sera’ è la canzone che si balla per tutta l’estate, il singolo più suonato in radio nell’anno e pluripremiato agli Italian Music Awards.

Non è il tipo di autore da tornarci tutti gli anni, troppo rispetto del palco e vuole una canzone convincente: questa volta stupisce tutti con La paranza. Dall’attacco sai che sarà una hit, quello che non ti aspetti è la forza narrativa del testo, delle “regole precise in latitanza“, della sofferenza d’amore, ma lo fa con il disincanto di chi ha elaborato e sa che per resistere “c’è la paranza“. Il brano è così forte che come colonna sonora di Notturno bus con l’altro Mi persi vincono entrambi il David di Donatello 2007 come miglior canzone originale. Sono gli anni poi di due autentici piccoli capolavori che insieme raccontano magistralmente il suo lato più intimista Occhi da orientale (che è una poesia d’amore meravigliosa) e l’autoritratto Testardo. Ma ci torniamo.

Come lui torna al Festival nel 2019 con l’ultima ad oggi partecipazione e il brano Argentovivo, realizzato insieme a Rancore e Manuel Agnelli. Conferma la ‘formula vincente’: sesto posto, tre riconoscimenti e grande successo del brano e dell’album La terra sotto i piedi.

Daniele Silvestri: gli amici delle grandi collaborazioni

Nel 2011 esce “S.C.O.T.C.H.”: quindici brani cantati con gli amici di sempre Niccolò Fabi, Pino Marino, Diego Mancino, Peppe Servillo, Andrea Camilleri, Bunna, Solis String Quartet e Stefano Bollani. Negli anni successivi torna al cinema: il regista Daniele Gaglianone sceglie L’autostrada nel film La mia classe; per il film di Paolo Genovese Tutta colpa di Freud scrive l’omonimo brano inedito. Nel frattempo tre amici decidono di scrivere un album insieme: sono Fabi-Silvestri-Gazzè, è una vita che suonano e cantano insieme. Funzionano come un’orchestra perfetta. Il titolo è Il padrone della festa contiene il singolo struggente e bellissimo L’amore non esiste.

Oggi spegne 53 candeline. Di cose ne ha cantate, per raccontare se stesso, l’amore, senza dimenticare numerose iniziative benefiche – tra cui il costante sostegno ad Emergency – e la volontà di dire chiaramente quello che pensa anche su un palco ‘istituzionale’ come quello dell’Ariston. Basta trovare la formula giusta. Se volete riascoltare qualcosa questa estate dopo il blocco dovuto alla pandemia è tornato con nuovo tour, Tourbinario, che si chiuderà l’8 settembre sull’Altopiano della Paganella. Ne canta molte delle canzone con cui siamo cresciuti, una questione di “capoccia dura“. Noi le tue parole, le abbiamo cantate, spesso ci hanno descritto quello che provavamo, per questo su tutto, come scrivi tu, le abbiamo ‘segnate’.
Buon compleanno Daniele!

 

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