È stata la mano di Dio è il film non autobiografico di Paolo Sorrentino presentato oggi, 2 settembre durante la Conferenza stampa tenutasi nella Sala del Palazzo Casinò. Il regista torna al Lido di Venezia dopo ben 20 anni, quando allora viveva gli inizi della sua carriera. Ed oggi, per il Premio Oscar che ci conduce nella Napoli degli anni ottanta, si parla di un nuovo inizio. Al Lido di Venezia porta un film che non poteva essere raccontato da altri perché, a far da eco nella trama sono i sentimenti; le emozioni intime legate alla scomparsa dei suoi genitori quando ancora era adolescente.
Qui, Sorrentino cambia il profilo stilistico e mostra anche un certo coraggio nel raccontare una storia che tocca corde intime, personali. Questo perché; ad un certo punto bisogna fare un bilancio – spiega il regista durante la Conferenza stampa – dando un peso a tutte quelle situazioni della vita che in un modo o nell’altro hanno influenzato la nostra. “Mi sono reso conto che c’era stata una grande parte d’amore nella mia vita da ragazzo e anche una parte molto dolorosa e mi è sembrato che tutto questo potesse essere declinato in un racconto cinematografico, indipendentemente dalle mie esigenze e dai miei bisogni”.
La ‘svolta’ di Paolo Sorrentino, è arrivata in un’età matura; giusta per il regista che ha voluto affrontare con consapevolezza e coscienza un film così personale: “Ho compiuto 50 anni l’anno scorso e mi è parso che ero abbastanza grande e maturo per affrontare un film personale. Poi avevo un caro amico e collega che mi diceva sempre che non faccio cose personali e l’ho presa come una provocazione da raccogliere“.
Diego Armando Maradona e Paolo Sorrentino: due vite tese verso la stessa mano
Il titolo del film è legato alla vicenda di Maradona e di quel gol contro l’Inghilterra dell’86 avvenuto, secondo lo stesso indimenticabile calciatore, grazie “alla mano di Dio”. E qui si aggiunge la storia di Paolo Sorrentino. È stata una partita di Diego Armando Maradona ad impedirgli di essere con i suoi genitori in montagna, la notte in cui morirono nel sonno a causa di un’esalazione di monossido di carbonio. Due realtà fanno da collante alla trama, che ha impegnato negli ultimi tempi il regista, il quale ha scelto: Filippo Scotti, Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert, Luisa Ranieri, Renato Carpentieri, Massimiliano Gallo, Betti Pedrazzi, Biagio Manna, Ciro Capano, Enzo Decaro, Sofya Gershevich, Lino Musella nel cast del suo ultimo film.
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