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Von der Leyen: “Primi sui vaccini, ora l’Unione europea sanitaria”. Ed esalta Bebe Vio

Nel suo discorso sullo Stato dell'Unione la Presidente della Commissione ha puntato sull' "agire insieme" per dare all'Europa un ruolo di peso a livello mondiale. La campionessa paralimpica italiana esempio di "leader a cui ispirarsi"

Siamo leader nel mondo sui vaccini. Oltre il 79% della nostra popolazione è vaccinata (contro il Coronavirus, ndr.). Siamo stati gli unici ad aver diviso oltre la metà dei nostri vaccini col resto del mondo”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’Unione all’Europarlamento, oggi 15 settembre. I toni sono trionfalistici? Potremmo aspettarcelo da una politica di lungo corso come lei. Sorriso aperto e grinta da vendere, von der Leyen è stata la prima donna a rivestire in Germania la carica di ministro della Difesa ed è la prima donna presidente della Commissione europea, a neppure metà del suo mandato.

Von der Leyen: “Europa unita

Perciò le sue ambizioni sono ben radicate. E ora crescono in chiave continentale. “Il lavoro che dobbiamo fare verso una Unione Europea sanitaria è un grande passo avanti” ha affermato. “Abbiamo dimostrato che quando agiamo insieme agiamo rapidamente“, ha detto ancora citando il Green Pass. “Se rifletto sull’anno passato e sullo Stato dell’Unione vedo una forte anima in tutto quello che facciamo“, ha aggiunto la Presidente. “Nella principale crisi sanitaria mondiale ci siamo uniti per garantire a tutti gli angoli d’Europa di avere dei vaccini salvavita” ha dichiarato. “E abbiamo proceduto con Next generation Eu e con il Green deal. Abbiamo agito come Europa unita e di questo possiamo essere fieri“.

Bebe Vio “immagine della sua generazione

Ursula von der Leyen ha poi elogiato la campionessa paralimpica italiana Bebe Vio, presente oggi al Parlamento Ue. Si tratta, ha detto von der Leyen, di “una leader, immagine della sua generazione, da cui trarre ispirazione” per la sua determinazione. “Ad aprile le avevano detto che rischiava di morire, poi è riuscita a vincere una medaglia olimpica“, ha ricordato la Presidente citando Vio, a cui l’Aula ha dedicato un lungo e caloroso applauso.

Italia, dosi ai Paesi poveri

Nel nostro Paese, intanto, ci si avvicina alla data fatidica del 20 settembre, quando comincerà la somministrazione delle terze dosi di vaccino anti Covid agli immunodepressi. A oggi sono 40 milioni su 60 gli italiani che hanno completato il ciclo vaccinale: il 74,6% della popolazione. L’Italia, ha reso noto la Farnesina, ha inoltre già donato 15 milioni di dosi di vaccini anti Covid a paesi a medio e basso reddito. Le consegne si completeranno entro il 2021. “Fin dall’inizio della pandemia” fanno sapere dal ministero degli Esteri, il nostro Paese è stato “fra i primi a sostenere l’importanza di un accesso equo e universale ai vaccini, le cure e i test” contro il Coronavirus. Iraq, Vietnam, Albania, Indonesia, Iran, Libano, Libia e Yemen gli altri Stati destinatari dei lotti di siero anti Sars-CoV-2 provenienti dall’Italia.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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