Angelus 19 settembre, Papa Francesco: “I veri valori risiedono nel servizio”
L'egoismo non è la chiave per raggiungere la felicità, questo è il concetto che il Pontefice intende esaltare nel suo discorso
Dopo il viaggio in Ungheria e Slovacchia, per incontrare i fratelli delle altre confessioni religiose e partecipare al 52esimo Congresso Eucaristico Internazionale, Papa Francesco torna in Piazza San Pietro per la celebrazione dell’Angelus di domenica 19 settembre. Il messaggio contenuto nell’esortazione del Pontefice si delinea chiaro in ogni passaggio: dare precedenza al “noi” rispetto all’ “io“; l’importanza di essere comunità, fratelli non egoisti.
Il Vangelo della Liturgia odierna narra dei discepoli che, in cammino verso Gerusalemme, discutevano su chi tra loro fosse più grande; Gesù rivolse allora una risposta forte ieri come oggi: “Se uno vuole essere il primo sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti“. E come sottolinea Papa Francesco: “In questa frase lapidaria, il Signore inaugura un capovolgimento– prosegue ancora il Pontefice- il valore di una persona non dipende dal ruolo che ricopre, dal suo successo, dal lavoro che svolge, dai soldi in banca“.
Papa Francesco: “serviamo i più piccoli“
I valori di una persona non si misurano su quello che “si ha“, ma su quello che “si da“; così Papa Francesco, nell’esortazione che precede la Preghiera dell’Angelus, invita tutti i fedeli riuniti a curarsi del servizio, delle opere di bene verso gli altri, della comprensione, dell’amore non solo verso se stessi e i propri averi, ma verso coloro che ne hanno bisogno. “Vuoi primeggiare? Servi“, così ‘tuonano’ le parole del Santo Padre, che tiene a sottolineare l’importanza del servizio, oggi “sbiadito e logorato“. Essere disponibili a servire “spesso costa, perché sa di Croce“, spiega Papa Francesco; ma se si ha la capacità di far crescere la cura verso gli altri, allora si diventa più “liberi dentro“.
“Più serviamo più avvertiamo la presenza di Dio“; questo soprattutto quando le opere di servizio sono rivolte a chi non ha nulla da restituire: i poveri, gli ultimi, i più indifesi i più ‘piccoli’. La compassione, che nel messaggio cristiano non è pena, ma ‘con-patire’: patire insieme, abbracciando le sofferenze dell’altro. Del resto, in diverse occasioni, il Pontefice tende a sottolineare l’importanza del volontariato e del bene gratuito portando esempi come la vita caritatevole di Santa Madre Teresa di Calcutta. Gesti che assumo importanza focale, non solo per un cristiano, ma per chiunque riesca a trovare nelle opere del bene la strada della felicità. “Servire non ci fa diminuire, ci accrescere; c’è forse più gioia nel dare che nel ricevere“. Ed forse in quel “Pregate per me“, pronunciato alla fine di ogni Angelus domenicale, che il Santo Padre ricorda la semplicità e allo stesso tempo il grande valore che risiede nel preoccuparsi degli altri.
I saluti del Pontefice
Nei saluti che seguono l’Angelus, Papa Francesco rivolge ancora il suo pensiero ai più feriti e indifesi; una preghiera speciale rivolta alle vittime dell’alluvione in Messico e agli ammalati morti nell’ospedale di Tula. Un pensiero anche per tutte le persone che sono trattenute ingiustamente e contro la loro volontà in paesi stranieri; “ci sono purtroppo vari casi – rivela il Pontefice- con cause diverse e spesso complesse“, a ciascuno di loro il Santo Padre augura di tornare in patria, nel più doveroso adempimento della giustizia.
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