Non si concretizzano le trattative Ita-Alitalia fra azienda e sindacati sul delicato punto delle assunzioni dei lavoratori nella nuova compagnia aerea di Stato. Per la seconda volta nell’arco di poche settimane salta tutto. E ora è confermato lo sciopero del settore aereo nel giorno di venerdì 24 settembre. Si prepara dunque un fine settimana difficile sul fronte voli.
Assunzioni con taglio di stipendio
Ita intende decollare dal 15 ottobre ma la situazione si sta complicando. Da quella data la vecchia Alitalia non sarà più operativa e la nuova azienda presieduta da Alfredo Altavilla è pronta adesso ad avviare chiamate ad personam per il personale da assumere. I dirigenti Ita intendono realizzare le 2.800 assunzioni in base al regolamento aziendale senza l’applicazione di un contratto collettivo condiviso con i sindacati dei lavoratori. I quali evidenziano come le offerte occupazionali di Ita contemplino un taglio degli stipendi di circa il 38% rispetto ad Alitalia e riguardino i naviganti, che hanno retribuzioni maggiori rispetto al personale di terra.
I sindacati: “L’azienda non tratta“
“Nonostante la disponibilità al dialogo dimostrata dalle organizzazioni sindacali, la dirigenza ha comunicato che procederà in maniera unilaterale con l’applicazione del regolamento aziendale” recita una nota sindacale di Cgil-Cisl-Uil. Scatterà dunque, “l’immediata assunzione a chiamata dei lavoratori“. Le organizzazioni sindacali annunciano comunque di avere “unitariamente deciso di non abbandonare il tavolo di trattativa“. E ciò fino al momento in cui “l’azienda non accetterà di avviare un confronto serio e costruttivo, privo di iniziative unilaterali. La mobilitazione diviene pertanto permanente“.
Ita e i diritti del lavoratori
Terminato l’ultimo incontro con i rappresentanti di Ita, a Roma, i rappresentanti dei lavoratori hanno organizzato un’occupazione simbolica della sala del meeting. Si è quindi svolto un corteo di lavoratori per le strade dell’Eur. “Sin da quando è iniziata la vertenza Alitalia-Ita abbiamo subito detto che il tema occupazionale era imprescindibile“, afferma Monica Mascia, Segretaria nazionale Fit-Cisl. “Il fatto che Ita sia una nuova azienda e che nasca ex novo non può costituire un alibi” attacca Mascia. L’azienda deve riconoscere “i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che fino ad oggi sono stati gli unici a pagare il prezzo delle strategie e delle politiche commerciali fallimentari“.
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