Basato sull’omonimo romanzo di Edoardo Albinati (Premio Strega 2016), La scuola cattolica ha fatto il suo debutto nel corso della 78a Mostra del Cinema di Venezia. Presentato fuori concorso nella kermesse nostrana, ha fatto parlare fin da subito di sé, vista anche la tematica affrontata. Il progetto, diretto da Stefano Mordini e nato dalla mente di Albinati, ripercorre infatti una delle pagine più oscure della cronaca nera italiana: il Massacro del Circeo.
Tra i crimini più efferati, ha scosso l’ordinamento giuridico italiano fin dalle fondamenta. Il caso ha portato poi a una lunga battaglia che, solo oltre vent’anni dopo – nel 1996 – ha condotto a un risultato storico (nonché necessario). È stato proprio alle porte del nuovo millennio che il reato di violenza sessuale è passato da reato contro la morale a crimine contro la persona. Un film sicuramente difficile da sopportare (come, d’altronde, la realtà che si prefigge di raccontare). Ma necessario, per mantenere vivo il ricordo di quel che è stato. Ciononostante, non sarà facile recuperalo. Di recente, infatti, La scuola cattolica, che arriverà nelle sale giovedì 7 ottobre, ha avuto l’indicazione dalla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche di essere vietato ai minori di 18 anni.
La scuola cattolica, il racconto di una ferita ancora aperta: il film vietato ai minori di 18 anni
Proiettato in occasione di Venezia78, il film aveva ricevuto il divieto per i minori di 14 anni. Tuttavia, a pochi giorni dalla distribuzione in sala, il limite ha assistito a un’impennata. Per poter assistere a La scuola cattolica, infatti, bisognerà aver compiuto 18 anni. Il film vanta inoltre un cast di nomi affermati – tra cui Valeria Golino, Jasmine Trinca, Valentina Cervi, Riccardo Scamarcio – e di giovani leve. Tra queste, spiccano Benedetta Porcaroli e Federica Torchetti. Stando a quanto dichiarato, infatti, le ragioni dietro questa decisione risiederebbero nella “narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice. In particolare i protagonisti della vicenda pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti.”
La Commissione ha poi aggiunto: “Questa lettura […] viene preceduta nella prima parte del film, da una scena in cui un professore, soffermandosi su un dipinto in cui Cristo viene flagellato, fornisce assieme ai ragazzi, tra i quali gli omicidi del Circeo, un’interpretazione in cui gli stessi, Gesù Cristo e i flagellanti vengono sostanzialmente messi sullo stesso piano. Per tutte le ragioni sopracitate la Commissione a maggioranza ritiene che il film non sia adatto ai minori di anni diciotto.”
Le parole dei familiari delle vittime
La decisione ha scosso anche chi, per un verso o per un altro, ha vissuto la storia sulla propria pelle. È il caso dei parenti delle vittime, rimasti in vita. A riportare le loro parole ci ha pensato Stefano Chiriatti, avvocato di Letizia e Roberto (rispettivamente sorella di Rosaria Lopez e fratello di Donatella Colasanti). Il legale ha difatti ammesso che i suoi assistiti abbiano accoltola notizia “con grande sorpresa“. Ecco cosa ha svelato Chiriatti: “Malgrado l’enorme sacrificio, umano ed emotivo, legato alla rievocazione vivida, visiva e sonora, di quanto accaduto alle rispettive sorelle, hanno, tuttavia, apprezzato la volontà di tramandare, anche in chiave di ammonimento per il futuro, la memoria della loro tragedia, soprattutto alle giovani generazioni.” Il film uscirà nelle sale il prossimo 7 ottobre.
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