E’ emozionato Fabrizio Moro quando dal palco della Festa del Cinema di Roma, dopo che è stato mostrato il videoclip di Sogni di rock & roll racconta: “è la prima volta in assoluto che ricevo un applauso non per aver cantato. E’ un’emozione nuova e intensa. Ho iniziato a 14 anni a suonare la chitarra con questa canzone e trent’anni dopo sono qui. Con il mio mito”. E in effetti, sornione, apparentemente schivo al centro del palco lo ha accompagnato proprio lui, Luciano Ligabue.
L’Incontro Ravvicinato del 16 ottobre li vede assoluti protagonisti nella Sala Sinopoli dell’Auditorium. Si inizia con un inno al videoclip in Italia, alla musica che si fa cinema. E chi meglio del rocker regista di Radiofreccia? Pellicola culto del 1998 da lui diretta e di cui ha composto anche la colonna sonora, con la celebre Ho perso le parole. La conferenza si apre con l’annuncio da parte del dirigente del Ministero della Cultura che i videoclip saranno riconosciuti come un’opera audiovisiva d’ingegno. Potranno così accedere a tutti i benefici previsti proprio dalla Legge per il Cinema, come avvenuto per i prodotti televisivi distribuiti dalle piattaforme streaming.
Sogni di rock’n’roll: le parole di Ligabue per la prima volta in un videoclip diretto da Fabrizio Moro
Dopo un montaggio di tutti gli ultimi videoclip dei grandi successi della musica italiana del passato – Sapore di Sale, Futura, Il Pescatore, e altre – arriva l’anteprima di Sogni di rock’n’roll, prodotto da Raffaella Tommasi e Stefano Salvati della Daimon Film per IMAGinACTION e diretto da Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis.
La conferenza (nella foto sotto) si apre con il racconto della genesi del videoclip sul brano che apparteneva al primo album del cantautore di Correggio, uscito nel 1990. Il cortometraggio è stato girato a Ravenna lo scorso luglio: vicino alla tomba di Dante – “il primo rocker italiano” hanno scherzato sul palco – comincia la fuga di tre rapinatori da una banca appena svaligiata. Poi uno dei tre obbliga a mano armata gli altri a tornare indietro. Vuole lasciare una parte del bottino per sanare una ‘questione’ familiare, restituire un “sogno di rock’n’roll” al figlio e alla compagna/moglie. La polizia lo arresta sotto lo sguardo di Ligabue, che ha scandito con la sua voce inconfondibile tutto il racconto.
Sogni di rock’n’roll: 30+2 anni dopo arriva il videoclip
“Nel 2022 torneremo a festeggiare dal vivo. Sarà un anniversario un po’ balordo, perché doveva essere due anni fa” – ha raccontato dal palco Luciano Ligabue, sul mancato anniversario dei 30 anni di carriera, salata a causa della pandemia. Il rocker emiliano ha insistito sul valore delle esibizioni dal vivo con il pubblico: “la musica prende vita davvero quando tu canti e il pubblico canta con te. Io di questo sono tossico, sono tossico del palco e in questo momento sono in astinenza dal palco. Ci meritiamo questa Festa il prossimo 4 giugno 2022.
Con la canzone è lo stesso Ligabue a spiegarne il legame: “Sogni di rock’n’roll è proprio la prima canzone in cui ho riconosciuto la mia voce, quella che racconta davvero le mie notti, quelle in cui alle 4 del mattino con gli amici in macchina andavi in autostrada con la musica a manetta. Ne avevo scritte altre, che per fortuna nessuno ha ascoltato – la prima racconta si chiamava 100 lampioni e riguardava una prostituta che cerca la redenzione a fine carriera – ma erano quei sogni ad essere veramente miei. Come quando ho fatto un film: per me era dovuto all’urgenza di raccontare quella storia, con la difficoltà che nella regia devi metterci la faccia, senza metterci la tua, come quando canti“.
Per Fabrizio Moro la regia anche del primo lungometraggio Ghiaccio
Non solo il videoclip la passione per il cinema per il cantautore romano viene da lontano: “Mia madre mi ha trasmesso la passione per il cinema e per la musica, lei è il mio consigliere più fidato.”
Moro ha poi parlato della differenza nella scrittura tra un film e una canzone: “Scrivere un film significa dare sostanza alla tua visione della vita. Con una canzone si racconta un momento, un’emozione che ha una durata limitata, a volte pochi secondi“. E il film è prossimo all’uscita: si chiamerà Ghiaccio – le riprese sono iniziate a gennaio – e ne ha diviso la direzione come con Alessio De Leonardis. Parlerà del pugilato in un quartiere difficile e periferico di Roma, con protagonisti Giacomo Ferrara e Vinicio Marchioni. Il film racconta quello che secondo Fabrizio Moro è un periodo confuso soprattutto per gli artisti, ma anche per il pubblico: “Quello che noto è che manca la spensierata negli occhi delle persone. Il concerto è difficile da vivere da seduti o distanziati. Quello che ci auguriamo è di tornare a rivivere come era prima del virus”.
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