La sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma ospita il film franco-italiano diretto da Amanda Sthers. La pellicola, dopo la proiezione riservata alla stampa di questa mattina, verrà presentata oggi 17 ottobre alle ore 19:00 presso la sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica. Racconta la storia scritta dalla stessa Sthers. Le pagine del bestseller letterario parlano di Alexander, interpretato da Pierfrancesco Favino. Un uomo che, dalla vita, sembra non desiderare altro. Ha una casa, una moglie che ama e la loro bambina. Un’esistenza finalmente felice dopo aver vissuto un’infanzia, al contrario, complicata. Quella quotidianità appagata viene sconvolta da Laura (Kelly Reilly), una gallerista in procinto di sposarsi.
Dal quel primo sguardo sanno che non avranno più scampo. Sarà la vita stessa, inquinata dal flusso degli imprevisti ad ostacolarli tra scelte che non riusciranno a compiere e un destino beffardo. Alexander e Laura attraverseranno la loro esistenza tormentati da un sentimento che li divora, perché, come spiega la trama del film, un amore mai vissuto e un amore che non potrà mai morire.
Promises, Pierfrancesco Favino è Alexander, un uomo romantico e tormentato
Un corridoio buio, ma avvolgente disturbata da una camminata, anticipa la frase che verrà pronunciata da una donna bionda e dal tono malinconico: “Non è colpa di nessuno” racconta la prima sequenza della pellicola che sarà poi lo snodo di tutta la trama del film presente nella Sezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma. Promises oggi è stato presentato in Conferenza stampa. Tra i presenti anche il protagonista Pierfrancesco Favino. L’attore che interpreta Alexander, un commerciante di libri, si rivede in non poche caratteristiche del personaggio nato dalla penna della Sthers: “Quando Amanda me l’ha proposto sono stato felicissimo di farlo. Con Alexander condivido tantissime cose: sono idealista, romantico, reale“. Nel corso della Conferenza stampa l’attore racconta anche quanto bello sia stato vedere una donna capace di saper guardare le fragilità degli uomini senza giudicarli.
L’incontro sbagliato, non avvenuto, interrotto, è determinato da un tempo che diventa centralità nel film realizzato con un montaggio a spirale, laddove il passato, il presente ed il futuro si mescolano; si incrociano. Come spiega Amanda Sthers non è solamente importante la ‘coerenza temporale’: “Il montatore mi ha aiutato molto a crearla. […] È importante non solo la linearità del tempo ma anche la durata dei momenti“.
LEGGI ANCHE: Rita Hayworth, oltre la ‘Gilda’ che ispirato Jessica Rabbit: il dramma privato